Mai sottovalutare l’importanza di attacar bottone, soprattutto quando si parla di jeans.

Ultimamente ha preso piede la moda del jeggings, una tendenza comoda, con non pochi effetti collaterali, tra cui il fatto che il pantalone si usuri con estrema facilità. Se ci si è mai chiesti perché questo accada ecco la risposta. A far sì che il denim non si rovini sono i piccoli bottoni cuciti sulle tasche dei jeans, il loro nome tecnico è rivetti e nonostante la loro dimensione la loro funzione è grande.

Anche se passano inosservati sono tutt’altro che irrilevanti. Il loro utilizzo è nato nel 1870 da una specifica richiesta di una moglie a Jacob Davis. Il jeans a quei tempi era ben lontano dalle passerelle delle sfilate ed era utilizzato come semplice uniforme da lavoro. La donna, che aveva sposato un operaio, stanca di passare le giornate a rammendare gli strappi e le bruciature aveva chiesto al sarto di origine lettone se avesse una soluzione per rendere più resistenti i pantaloni.

La sua idea fu quella di mettere dei rivetti nei punti più critici e soggetti a cedere per i movimenti, come ad esempio le tasche. Dopo i primi esperimenti si accorse che i pantaloni erano abbastanza resistenti sia per i minatori sia per i cowboy americani.
I “blu di Genova” arricchiti da questi bottoncini ebbero subito successo tra gli operai e così Davis, in cerca di un partner commerciale, contattò Levi Strauss e gli mostrò la sua creazione. Così nacque quella che tutti oggi ricordiamo come la casa del denim per eccellenza: l’azienda Levi’s. Nel 1873 i due ottennero il brevetto e da qui in poi il resto è Storia.