Firmato da Alice Rohrwacher, regista del film “Le meraviglie” e sorella dell’attrice Alba, il nuovo corto della serie Miu Miu Women’s Tales, che è stato presentato in anteprima a New York lo scorso 18 febbraio.

Si tratta del nono filmato di una serie per il quale il brand ha chiamato giovani registe a celebrare la femminilità, filo conduttore della campagna, e in cui ognuna ha ricreato un suo immaginario che nasce da fantasie femminili, indossando gli abiti Miu Miu.

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Gli altri otto filmati, che sono stati spesso presentati in una sezione dedicata del festival cinematografico di Venezia, sono Somebody di Miranda July, Spark and Light di So Yong Kim, Le Donne della Vucciria di Hiam Abbass, The Door di Ava DuVernay, It’s Getting Late di Massy Tadjedin, The Woman Dress di Giada Colagrande, Muta di Lucrecia Martel e The Powder Room di Zoe Cassavetes.

Il trailer di “De Djess“, nono filmato della serie per il quale il brand ha chiamato giovani registe, rappresenta lo sguardo di Alice Rohrwacher su un mondo surreale in cui la semplicità incontra l’inconsueto. Suore che pescano dal mare abiti che presto prendono vita, una parata di star intercambiabili, sottoposte ai flash dei fotografi come di fronte ad un plotone di esecuzione, una cameriera d’albergo curiosa e un po’ vanesia, che osa infilarsi un abito lasciato a terra, senza cura, in una stanza d’albergo, una lingua inventata. È la vicenda di un abito molto speciale, l’abito 328.

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Ha un fascino misterioso, il nuovo corto di Miu Miu d’ispirazione Felliniana, una favola dall’ambientanzione misteriosa, glamour e surrealista, con diversi cenni a Female Trouble di John Waters, che ha ispirato parte della collezione primavera/estate 2015 di Miu Miu. Il personaggio di Alba Rohrwacher, una divina con un caschetto dorato alla Marilyn, incontentabile e fragile come tutte le dive, un’impertinente bomba sexy, che uela in un modo incredibilmente watersiano “Absolutely tramp!“, uniche parole in inglese in un copione scritto in lingua immaginaria.

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Il corto racconta la nascita e il primo giorno di un abito, tra il dolore per l’indifferenza e l’incontro con una persona che lo vorrà com’è“, ha anticipato la regista al Grand Prix della Giuria a Cannes. “Abbiamo assunto il punto di vista del vestito, che non capisce i dialoghi. Sono chiari come suono e dinamica, ma la lingua parlata è immaginaria, anche il titolo è la storpiatura della parola Dress. La richiesta di Miu Miu ha una qualità rara: la libertà. Non succede mai che ti si dica: fai quello che vuoi. Questa richiesta è stata accolta con gioia“.

Ecco il video del cortometraggio Miu Miu: