La decennale carriera del fotografo Richard Avedon, noto come uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo, sarebbe impossibile da ricostruire in un’unica esposizione, così la Gagosian Gallery a Roma, ha scelto la femminilità come filo conduttore di “Avedon, beyond beauty“, la mostra aperta dal 27 gennaio all’11 aprile 2015, con protagonisti gli scatti del fotografo newyorkese dagli anni ’40 in poi.

Rigore, equilibrio ed eleganza ne hanno rivoluzionato la fotografia. Il percorso a cui si assiste sottolinea la forza della rappresentazione, creativa e a volte scioccante, che Avedon faceva delle donne, dai ritratti intimi e sfuggenti alle celebri fotografie di moda in bianco e nero, realizzate per pubblicazioni per le più prestigiose riviste del mondo, come Harper’s Bazaar, Vogue e The New Yorker. Le sue modelle sono ritratte in movimento, perché apparissero curiose, ribelli, esuberanti e sicure di sé. Il suo punto di forza era mostrare il gioco di complicità e seduzione tra l’obiettivo e il soggetto ritratto.

Ogni volta che mi concentro sulla bellezza di un viso, sulla perfezione di ogni singolo dettaglio“, spiegava Avedon, scomparso nel 2004, “mi sembra come se non potessi cogliere cosa ho di fronte, così ogni sessione diventa una sfida“.

C’è Marlene Dietrich al Ritz che si accende fascinosamente una sigaretta indossando un turbante di Dior, Dorian Leigh che si specchia nel camerino di Helena Rubenstein, una donna che salta su un ciottolato tenendo un ombrello e resta a mezz’aria. Ma prima di approdare con obiettivo e rullini negli atelier di Gianni Versace, Calvin Klein e Christian Dior, prima di realizzare due edizioni del calendario Pirelli, nel 1995 e 1997, prima di esporre al MoMa di New York le istantanee del padre Jacob consumato dal cancro, Avedon era solo un ragazzo con la voglia di partire.

Avedon rifiutava gli schemi, le imposizioni estetiche, la rigidità, lui amava il movimento. Si è distinto con un immaginario così peculiare e innovativo da sfidare i canoni della bellezza convenzionale. Nell’arco di sessant’anni, ha immortalato con originalità, umorismo ed intuizione sia donne famose che sconosciute, celebrità e modelle ma anche parenti ed amici. Affascinato dalla capacità della fotografia di evocare la personalità e raccontare la vita del soggetto, considerava pose, atteggiamenti, capi d’abbigliamento e accessori come caratteristiche vitali e rivelatrici di un’immagine.

I ritratti indimenticabili, gli scatti all’aperto, e le fotografie di moda attribuiscono alla sua carriera un carattere di testimonianza sociale e innovazione stilistica di influenza e rilevanza ineguagliabili.