Il famoso cappello Borsalino nacque nel 1857 da Giuseppe Borsalino, da cui poi prese il nome. Giuseppe era un appassionato di cappelli, già a soli 12 anni lavorava presso un cappellificio in Rue du Temple, Parigi. Appena ottene l’autorizzazione per aprire uno studio tutto suo, decise di tornare in Italia, ad Alessandria, dove mise le basi per la creazione di questo fantastico cappello. Inizialmente era riservato solo agli uomini, adesso invece viene usato anche dal sesso femminile. Nel giro di poco tempo conquistò non solo gli italiani, soprattutto durante la prima guerra mondiale, ma anche gli imprenditori di Londra.
Questo genere di copricapo è realizzato di solito in feltro con falde non troppo larghe ed è leggermente schiacciato ai lati.

Il Borsalino ha uno stretto rapporto con il cinema: fu il primo cappello ad essere mostrato sul grande schermo a partire dal 1970, raggiungendo così una fama mondiale. I film più famosi in cui venne sfoggiato furono: “Otto e mezzo” con Marcello Mastroianni, film di Federico Fellini, “Casablanca” indossato da Humphrey Bogart e apparve anche in alcuni film francesi come in “Fino all’ultimo respiro“, indossato da Jean Paul Belmondo.

Per continuare questo stretto legame che vi è con il cinema, nelle sale italiane, prima a Roma e poi a Milano, arriva “Borsalino City“, un docu-film diretto da Enrica Viola che racconta la storia di questo mitico cappello. Nel documentario viene fatto un vero proprio excursus della storia del Borsalino e soprattutto viene spiegato, proprio da alcuni costumisti come Piero Tosi, il binomio cinema-cappello.

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