Sempre la solita storia. A ogni cambio di stagione si perde un’intera giornata per sistemare l’armadio: si mettono via i vestiti della stagione appena trascorsa e si rimettono nei cassetti quelli che serviranno ad affrontare quella che sta per arrivare.

E puntualmente ci accorgiamo di quanti capi non abbiamo mai usato e di quanti capi non abbiamo nessuna intenzione di indossare. I motivi sono tantissimi: abbiamo preso o perso qualche chilo ed ecco che i jeans vengono subito scartati, la moda è cambiata, il colore non ci piace più, improvvisamente non troviamo più nulla con cui abbinarlo o più semplicemente abbiamo dei nuovi acquisti che indossiamo più spesso. Ma di buttare non se ne parla. Perché in fondo un po’ dispiace, ci si affeziona e magari ci si ha pure speso una fortuna per comprare quel capo.

Ma ora, grazie alle nuove tecnologie, la soluzione è a portata di mano, anzi di smartphone. Swap Party è la nuova app che consente di fotografare i propri abiti, di geolocalizzarsi, di fissare un prezzo e di entrare in contatto con altri utenti che vogliono vendere o comprare vestiti. Ci si incontra e si effettua lo scambio o la compravendita. La nuova app consente di comprare e pagare tramite PayPal, per quelle persone che non vogliono vendere, ma sono invece interessate a comprare.

La parola swap in inglese significa barattare. L’idea del fondatore dell’app e dell’omonimo Swap Club Italia, si ispira a Instagram e all’abitudine di scattare foto e inviarle alle amiche prima di acquistare nei negozi, per avere un loro parere. Gli swap party sono dei raduni di persone che si incontrano e si scambiano abiti ed accessori, riciclandoli senza buttarli. Una tendenza nata negli USA qualche anno fa e che ha preso piede anche in Italia.

L’app invece consente un’interazione molto più immediata e più facile da organizzare rispetto a un raduno con molta gente. In Italia il mercato dell’usato non è diffuso come negli altri paesi, ma questa può essere un’ottima occasione per sperimentare una nuova moda negli acquisti. Ci guadagna chi vende, ci guadagna chi compra e si fanno meno rifiuti.