Esplorare la moda sostenibile: l’approccio innovativo di PANGAIA

Si può conciliare la passione per la moda con il rispetto della sostenibilità? PANGAIA, brand casual-sportivo nato cinque anni fa, ci sta riuscendo in maniera eccellente. Si tratta di un collettivo formato da scienziati, tecnologi, designer e ingegneri, con base negli Stati Uniti, che adotta una filosofia e un modo di concepire lo stile che sono un tutt’uno con il rispetto per il pianeta.

PANGAIA, in che modo è sostenibile?

Definire PANGAIA un brand sembrerebbe mancare di rispetto a questo marchio che è nato nel 2018 dopo anni di studio, idee e progetti. PANGAIA è il lifestyle brand sostenibile del futuro, orientato a soluzioni stilistiche in armonia con la natura. I suoi capi sono rigorosamente realizzati attraverso l’uso di materiali organici non trattati con agenti chimici. Quelli più basici sono realizzati in cotone biologico o in alga, in canapa o in bottiglie di plastica riciclate. Le tinture utilizzate per i capi sono vegetali, dunque biodegradabili, realizzate con pigmenti provenienti dalla frutta, dalle piante e dalla verdure.

Inoltre, ogni capo, che sia una tuta, una felpa o un piumino, è pensato con l’obiettivo di lavarlo poche volte, proprio per questo motivo viene sottoposto a un trattamento con olio essenziale di menta. Dal momento che la sostenibilità è diventata un tema caro alle nuove generazioni, influencer e star di tutto il mondo non perdono occasione per farsi immortalare sui social con indosso capi firmati PANGAIA, come le tute Botanical, tanto care a Fedez, Chiara Ferragni e Pharrel Williams. A creare il marchio è stata Miroslava Duma, imprenditrice russa e icona fashion, che ha fondato nel 2017 Future Tech Lab, una piattaforma creativa che combina una società di investimento e un laboratorio sperimentale, specializzata nello sviluppo di tessuti intelligenti.

Qual è la sua mission?

Il marchio premium PANGAIA è grato al pianeta e vuole ridurre i rischi legati al suo sfruttamento. Insomma, il team di questo brand innovativo aspira a un futuro positivo per la Terra. Ogni prodotto nasce dalla scienza e dallo scopo, ognuno dei quali risolve un problema ambientale del settore. “Esistiamo all’intersezione tra scienza, scopo e design. Siamo qui per restituire più di quanto prendiamo”, sottolineano spesso i fondatori del brand. PANGAIA rilascia un numero limitato di collezioni annuali, prodotti tra l’Italia e il Portogallo. Si tratta di capi legati a progetti particolari. La raccolta fondi a favore dei medici senza frontiere, ad esempio, o la tutela delle api, portata avanti dalla creazione del fondo “Bee the change” e dalla capsule realizzata in collaborazione con Takashi Murakami (2020).

Quali sono le innovazioni di PANGAIA?

Tra le innovazioni proposte da Pangaia, FRUT Fiber™ e PLNT Fiber™, sono fibre che nascono come alternativa al cotone, che richiede delle grandi quantità di acqua per essere coltivato. PANGAIA punta quindi a ricavare cellulosa da piante che non hanno bisogno di un’agricoltura intensiva e prodotti chimici per crescere. E poi la C-Fiber™, ottenuta combinando la polpa di eucalipto con alghe naturali. L’innovazione più stupefacente riguarda il piumino FLWRDWN, lanciato nel 2019, e costituito da un involucro di nylon e poliestere riciclato il cui interno è imbottito nientemeno che da un mix di fiori selvatici. Questi ultimi sono coltivati in zone dove si pratica l’agricoltura rigenerativa, ovvero, dove si è ricreato l’habitat ideale per alcune specie protette di farfalle.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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