Categories: Stili e Tendenze

Kilo Shop, a Napoli i vestiti si acquistano al kg

Pesare un kg di carote, un kg di mele e un kg di vestiti ora potrebbe diventare un trinomio valido in una giornata di shopping a 360 gradi. Sì perché con la nuova tendenza portata in Italia da due amici napoletani, ora sarà possibile riempire carrelli di abiti e accessori e pagarli in base al peso, proprio come si fa con la spesa del supermercato o al banco del mercato. Si tratta di un trend già molto in voga a Parigi, Berlino e Tokyo e che ora è sbarcato a Napoli, con l’apertura di Kilo Shop, una boutique in cui i vestiti si acquistano in base al peso.

Niente più etichette con prezzi fissi dunque, ma una bilancia in grado di determinare il costo degli acquisti. Kilo Shop ha aperto in via Chiaia e in via dei Mercatini a Napoli, una delle strade deputate proprio allo shopping. All’interno dello store è possibile trovare tanti abiti vintage, sia nuovi che usati e tanti marchi, comprese le grandi firme e il costo di un chilo di vestiti parte da 19 euro e arriva fino a 50 euro. Gli articoli sono importati da tutta Europa e ogni settimana arrivano in negozio tantissimi capi d’abbigliamento che vengono rigenerati e igienizzati, tornando come nuovi.

Si tratta di un’idea innovativa, ma che sta già avendo un buon riscontro anche in Italia, dopo aver avuto molto successo all’estero. La passione per il vintage sta coinvolgendo sempre più persone, desiderose di scoprire nuovi capi in grado di rendere il proprio stile davvero unico. Anche il design della boutique partenopea ha un sapore vintage: qui il lampadario è fatto con le lattine di Coca-Cola e le bilance sono antiche, proprio per ricostruire un vero e proprio mercatino delle pulci. Non uno qualsiasi però: se si cerca bene, si potrebbe anche trovare un trench di Burberry a un prezzo stracciato.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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