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La lavorazione leggendaria della seta

La leggenda vuole che l’imperatrice cinese Hsi Ling Shih stesse sorseggiando del tè all’ombra di un gelso gravido di bachi quando dalla pianta un bozzolo di baco cade nella tazza fumante. La donna osservò stupefatta l’involucro che nel tè assunse le sembianze di una matassa. Ne afferrò un capo dipanando un filo lungo interminabili metri.

La nascita della seta pare quindi risalire all’alba dei tempi, circa tremila anni prima di Cristo, sulla base dell’inseparabile legame fra il baco e il suo unico alimento, le foglie di gelso.

Lavorazione dei diversi tessuti di seta

La lavorazione della seta comporta varie operazioni. I bozzoli, una volta essicati, per la loro conservazione vengono crivellati a seconda della grossezza, quindi cerniti a mano dalle lavoranti secondo la qualità e i difetti, passando poi alle filande per la trattatura. Questa tecnica consiste nella macerazione all’interno di vasche di acqua riscaldata a vapore, che rende molle lo strato esterno del bozzolo.

La fase successiva è quella della scopinatura, eseguita con macchinari a spazzole affinchè i capi delle bave di seta siano riuniniti a seconda della loro grossezza, dando vita a un unico filo grezzo che viene ritorto, lavato e avvolto in matasse.

La tipologia di tessuto di seta dipende dalla grossezza del filato ovvero dal titolo, dal suo grado di torsione e dall’armatura. Si contano quattro gruppi di tessuto: le tele o taffetas, le saglie o diagonali, i rasi o satin e gli jacquard. La resistenza del tessuto dipende dal tipo di fibra. L’organzino, ad esempio, ha la fibra lunga, ritorta ed è molto resistente, mentre la bourette, derivata dal cascame di seta, presenta una fibra corta e quindi una ridottissima resistenza.

Un tessuto di seta presenta una struttura omogenea, ma con caratteristiche diverse relativamente a morbidezza, consistenza, resistenza, spessore e pesantezza. Tutto ciò dipende dal tipo di filato usato in trama. I fili di seta disposti in ordito, invece, determinano la lunghezza del tessuto stesso e sono perpendicolari ai fili di seta in trama.

Diverse qualità di seta

Tra le qualità di seta più utilizzate nel mondo della moda e ricercate all’interno degli atelier degli stilisti, troviamo sicuramente il raso, lo shantung e la tela. Il raso si presenta con un aspetto opaco sul dritto e lucido sul rovescio. Il suo peso a metro può variare dai 250 grammi fino ai 400. È ideale per il confezionamento di abiti e giacche da sera soprattutto destinate al guardaroba femminile. In campo maschile il raso è soprattutto impiegato per i rever dello smoking e le fasce in abbinamento al papillon.

Lo shantung è originario di una provincia del nord della Cina, quasi a rendere omaggio alla nazione che più di ogni altra ha fatto della tessitura della seta un’arte. Lo shantung si presenta come un tessuto di seta dall’aspetto ruvido, caratterizzato da nodi che non sono da considerare un difetto ma un pregio. Il peso per metro di tessuto varia dai 250 ai 500 grammi; si usa prevalentemente per il confezionamento di abiti femminili di pregio.

La tela di seta è un tessuto più lucente rispetto al raso e presenta una trama più regolare dello shantung. Risulta molto fresco e particolarmente adatto durante la stagione estiva. Esiste anche una versione più battuta, quindi più pesante, che prende il nome di popeline di seta. Il peso varia dai 220 ai 230 grammi al metro ed è adatto per la confezione di giacche.

Per informazioni più dettagliate, si rimanda all’articolo “La lunga ma sempre nuova arte della seta” di Ratti, oggi uno dei maggiori player mondiali nella produzione di tessuti e accessori di alta gamma.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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