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La storia del cappello Borsalino (FOTO e VIDEO)

Il famoso cappello Borsalino nacque nel 1857 da Giuseppe Borsalino, da cui poi prese il nome. Giuseppe era un appassionato di cappelli, già a soli 12 anni lavorava presso un cappellificio in Rue du Temple, Parigi. Appena ottene l’autorizzazione per aprire uno studio tutto suo, decise di tornare in Italia, ad Alessandria, dove mise le basi per la creazione di questo fantastico cappello. Inizialmente era riservato solo agli uomini, adesso invece viene usato anche dal sesso femminile. Nel giro di poco tempo conquistò non solo gli italiani, soprattutto durante la prima guerra mondiale, ma anche gli imprenditori di Londra.
Questo genere di copricapo è realizzato di solito in feltro con falde non troppo larghe ed è leggermente schiacciato ai lati.

Il Borsalino ha uno stretto rapporto con il cinema: fu il primo cappello ad essere mostrato sul grande schermo a partire dal 1970, raggiungendo così una fama mondiale. I film più famosi in cui venne sfoggiato furono: “Otto e mezzo” con Marcello Mastroianni, film di Federico Fellini, “Casablanca” indossato da Humphrey Bogart e apparve anche in alcuni film francesi come in “Fino all’ultimo respiro“, indossato da Jean Paul Belmondo.

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Per continuare questo stretto legame che vi è con il cinema, nelle sale italiane, prima a Roma e poi a Milano, arriva “Borsalino City“, un docu-film diretto da Enrica Viola che racconta la storia di questo mitico cappello. Nel documentario viene fatto un vero proprio excursus della storia del Borsalino e soprattutto viene spiegato, proprio da alcuni costumisti come Piero Tosi, il binomio cinema-cappello.

Ecco il trailer

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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