Versace ha aperto la settimana dell’haute couture a Parigi andando subito in all in. Chi ha detto “Il meglio alla fine” non aveva di certo visto Donatella Versace in azione.
La collezione A/I 16-17 proposta dalla stilista esce da tutti gli schemi per trovare la nuova strada dell’eleganza tra drappeggi, tagli e increspature.
Gli abiti da sogno che verranno sono creazioni uniche che arrivano a costare quanto un appartamento e hanno si sono presentati sulla passerella come se fossero abiti incompleti. I vestiti lunghi da tappeto rosso non sono rigidi, ma lasciano le spalle scoperte e i mille veli sembrano cadere a terra.
Donatella sembra l’artista del “non finito”, corrente iniziata dallo scultore Michelangelo. Come la Pietà Rondanini rimase incompleta per dare spazio alla materia prima, il marmo, gli abiti di Versace si focalizzano sul tessuto lavorato a mano che viene annodato diventando un vero e proprio decoro d’alta moda.
La casa di moda della Medusa fa rivivere la moda ottocentesca, con abiti pomposi, ricchi di drappeggi ma con uno sguardo al futuro, non mancano infatti cascate di ricami, lustrini e intrecci.
Accanto ai grandi abiti proposti per grandi occasioni sfila haute couture da giorno. L’alta moda del quotidiano è fatta di cappotti preziosi confezionati con double di cashmere e seta a contrasto, illuminati da azzardi di colore, cromature pastello ravvivate da tonalità accese. Sulle giacche non mancano giochi sfarzosi con pailliettes e piogge di Swarovski.
La collezione non è presentata solo qualcosa di utopico riservato alle notti da star pronte a farsi paparazzare, ma ha un risvolto più realista, che tenta di affiancare agli abiti da Cenerentola anche proposte più concrete come cappotti e mini dress, perché nella moda la vera favola si fa tutti i giorni.
Marta Bandini
Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda.
Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi.
Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com.
Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.