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Bentornato rock. Lo stile unico degli anni ’80 (FOTO)

Direttamente dagli anni ’80 torna lo stile più duro di tutti i tempi: quello rock.
Con la caduta del muro di Berlino e la morte di uno degli autori più importanti di tutti i tempi, John Lennon, si dà l’avvio a quello che è il periodo storico del Rock anni’80, in cui l’esagerazione e l’amore per gli eccessi diviene un punto focale da cui si generano grandi mutazioni sociali, religiose, ma anche musicali e stilistiche.

Il rock diviene non solo un genere di musica, ma una costante nell’abbigliamento. Coinvolge tanto l’Europa quanto gli Stati Uniti, proprio perchè l’influenza britannica di gruppi musicali come U2, Police, David Bowie e Depeche Mode, per citarne alcuni, confluisce con quella d’oltreoceano in cui troviamo Guns’n Roses, Bryan Adams e molti altri, ed è proprio in questo contesto che da semplici sperimentazioni si generano nuovi generi musicali come la new wave, il power rock e il crossover.

Grazie a questo sottofondo di note lo spirito delle città muta forma e si insediano, nei guardaroba di ambo i sessi, numerosi tipi di accessori. Vediamone alcuni:

Bomber corti e doppi, possibilmente in jeans o in pelle nera e l’intramontabile chiodo, ossia il biker jacket, il capo di cui Michael Jackson ne ha fatto un proprio must.
Borchie, segno della potenza in quegli anni, sono state riproposte nelle ultime stagioni e collezioni da svariati stilisti, sia applicate sull’abbigliamento sia sulle scarpe ed accessori, come per esempio tra tante, la Rockstud bag di Valentino e la City Marquise di Pucci, le cui borchie sono più tondeggianti e meno appuntite per dare l’idea di un rock meno duro e più fashion.
– Dettagli indimenticabili sono, le spalline, di varie dimensioni, che definiscono spalle possenti e fisici un po’ androgini, che di recente a piccoli step stanno rientrando nel guardaroba.
– Decisamente fuori da ogni canone sono stati, invece, i reggiseni a punta, su cui Madonna costruì il proprio personaggio.
– Passando ai pants, che noi oggi chiamiamo leggings, in passato erano definiti fouseaux e venivano indossati a vita alta. In pelle nera, in tessuti elastici e coloratissimi o a fantasia, l’importante era avere nell’armadio almeno un paio di questi pantaloni che si dimostrano decisamente impietosi con chi tende a nascondere quel chiletto di troppo.
Felpone larghe e t-shirt basiche o colorate, purché molto ampie, costante che ad oggi è ritornata in auge, in quegli anni venivano infilate nei pants a vita alta.
– Il Levi’s, ad alta vita, era il pantalone per eccellenza e veniva indossato sempre con maglie voluminose e ampie da portare all’interno.
– Per i capelli la parola d’ordine era volume. Estremamente vaporosi e cotonati, con frange ad incorniciare. Il trucco completava questi look molto estrosi, sia per le donne o per cantanti, ed era sempre strong: multicolor e vistoso, le tonalità più gettonate erano l’azzurro, il fucsia, il verde e fiumi di glitter.

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Si tratta di un genere, quello del rock anni’80 che oggi ritroviamo per le vie di ogni città. I teenager sfoggiano look differenti dal passato, con walkman impostati sul play, calzini bianchi a vista, sneakers colorate e con cui gridano al mondo la voglia di estremizzare ogni aspetto della vita quotidiana, la parola d’ordine continua ad essere osare ed ecco che gli elementi dei look di ieri possono essere estrapolati, personalizzati e sfruttati oggi.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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