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Jackie Kennedy, come lei nessuna mai (GLAMOURZONE)

Sofisticata, ricca di cultura e attiva nel sociale, Jackie Kennedy (nata Jacqueline Bouvier) è passata alla storia come la first Lady più elegante e alla moda del ventesimo secolo.

Appartenente ad una famiglia dell’alta società newyorkese, Jacqueline si interessò sin da bambina all’arte, alla pittura e alla storia, decidendo così di intraprendere un corso di studi in Belle Arti. Nel 1949, si trasferì a Parigi per un soggiorno di studio alla Sorbona, e durante quel periodo manifestò un profondo interesse per lo stile e la moda francese che l’accompagnò per tutto il resto della sua vita. Dopo la laurea alla George Washington University, lavorò presso la Washington Times-Herald come reporter con il compito di fotografare ed intervistare personaggi noti nel panorama newyorkese. Fu grazie a questo incarico che ebbe modo di conoscere John Fitzgerald Kennedy, allora congressista del Massachusetts, che divenne suo marito nel 1953 e 35° presidente degli Stati Uniti nel 1960.

Sempre elegante e impeccabile, sia nelle occasioni ufficiali che in vacanza, Jackie amava passare le sue estati a Capri in compagnia dello stilista Valentino, che un’intervista rivelò di essere stato attratto dal suo fascino, e di Marella Agnelli, lanciando quello che venne definito lo stile “alla Jackie”. Il suo stile, infatti, fu uno dei più imitati e apprezzati negli anni ’60 e ’70 e molti suoi abiti, come molti suoi outfit, passarono alla storia. Celebri sono gli abiti disegnati da Oleg Cassini (uno di questi Jackie lo indossò durante la cerimonia di insediamento del marito alla Casa Bianca), l’abito da sposa disegnato da Ann Lowe, considerato uno degli abiti da sposa più belli di sempre nonché dalla linea decisamente moderna per gli anni ’50, e il famoso tailleur rosa di Chanel indossato della first Lady il giorno dell’assassinio del marito, abito che venne ricoperto di sangue e che Jackie continuò ad indossare anche in altre occasioni dopo la morte di Kennedy.

Jackie in un Oleg Cassini
Jackie con il famoso tailleur di Chanel

Nonostante le apparenze, la vita di Jackie non fu priva di scandali. Noti a tutti erano i continui tradimenti del marito J.F., ma attraverso il libro A Life Beyond Her Wildest Dreams, scritto da Darwin Porter e Danforth Prince, sono stati messi in luce i vari flirt avuti dalla first Lady con molti divi di Hollywood come Warren Beatty, Peter Lawford, Paul Newman, Gregory Peck, Frank Sinatra, William Holden e Marlon Brando. Attraverso le pagine di questo libro, Jackie appare come una donna insoddisfatta dalla vita coniugale e alla continua ricerca di nuove pulsazioni. Dopo la morte del marito ebbe una relazione con Bob Kennedy, fratello di John, ma quando anche questo venne ucciso lasciò l’America e nel 1968 sposò l’armatore greco Aristotele Onassis, diventando Jackie O.
Questo matrimonio, siglato da un contratto prematrimoniale, non fu dei più felici. La coppia passava poco tempo insieme e Jackie si dedicava più allo shopping che alla vita coniugale. Alla morte di Onassis, si trasferì di nuovo a New York dove collaborò come esperta di arte egizia per alcune riviste. Morì a 64 anni a causa di un tumore, ma il mito di Jackie Kennedy- a vent’anni dalla sua morte- è duro a morire, e ancora oggi il suo stile e la sua eleganza affascinano milioni appassionati di moda.

Viviana Guglielmino

Jackie con Aristotele Onassis
Valentino e Jackie Kennedy a Capri
Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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