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La storia della clutch da sera (FOTO)

Cercate una borsa da tappeto rosso? Per un’occasione speciale o semplicemente per una serata indimenticabilmente elegante? La clutch è indubbiamente l’accessorio per completare un outfit irripetibile. Ma come nasce questa piccola borsetta, dove sembra che all’interno non ci possa entrare proprio nulla?
Quella della clutch è una storia antica. Affonda le proprie radici nel 1800: le antenate delle clutch si chiamavano reticoli ed erano piccole sacche ricamate in seta e contenevano poche cose essenziali come una boccetta di profumo, un fazzoletto ricamato e dei sali, in caso di un eventuale malessere.

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Il termine clutch prende il nome da verbo inglese to clutch, che significa stringere a mano. Solo negli anni ’20 questa borsetta usata come un gioiello ha cominciato ad avere successo e a diffondersi tra le donne, caratterizzate da un estrema eleganza, con le linee dei vestiti che si assottigliavano e le tasche che diminuivano. Nel primo dopoguerra questa minibag diventa il modello di borsa più utilizzato e apprezzato. E lo diventa ancora di più negli anni ’60, gli anni che segnano definitivamente l’indipendenza della donna, che ormai porta la minigonna. La clutch diventa così simbolo della libertà.

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Da questo momento in poi diventa un accessorio di tendenza, oltre che funzionale e pratico per le sue dimensioni. C’è chi delle clutch ha fatto il proprio modello di punta, una vera e propria cifra stilistica da portare avanti con devozione. E’ il caso della fashion designer ungherese Judith Leiber, classe 1921. Le sue clutch sono veri e propri gioielli, realizzati con cristalli Swarovsky e sontuose pietre preziose. E poi c’è la knuckle clutch di Alexander McQueen che si caratterizza per un’impugnatura che consente a chi la indossa di infilare tutte le dita, per una presa più salda della clutch.

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Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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