Moda uomo, guida all’abito da cocktail party

Per essere sempre impeccabili bisogna provvedere con criterio alla scelta degli abiti da indossare in qualunque occasione, specie in quelle formali o semi formali. Si sente sempre più spesso parlare di cocktail party, la cui caratteristica è quella di svolgersi in orario tardo pomeridiano e in contesti ad alto tasso di eleganza. Eventi di questo tipo sono oggi più che mai ricorrenti, soprattutto perché abbiamo imparato a vivere le nostre giornate piuttosto che le serate a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia.

A un happening come il cocktail party sia gli uomini che le donne sono chiamati a dare una determinata interpretazione del proprio outfit. Ci sono regole ben precise e complesse da rispettare sia in relazione a lunghezza e decorazioni ma anche in fatto di accessori per quanto riguarda la sfera femminile. Ad ogni modo sarà corretto affermare come vi siano chiare indicazioni anche per gli uomini. In questo approfondimento metteremo a fuoco un esempio di outfit da uomo per prendere parte a un cocktail, in più sonderemo le principali regole alle quali attenersi in generale e le origini di questo dress code. Per non fare errori sarà corretto prendersi il tempo necessario e confrontare sui migliori siti di abbigliamento uomo le varie opzioni offerte.

Un perfetto intreccio tra una mise tradizionale e una più casual

Un evento come il cocktail party richiede uno stile formale ma senza esagerare. Cosa vuol dire? Che sarebbe un errore scegliere uno smoking, quest’ultimo più indicato per un appuntamento di gala, oppure un semplice completo con giacca e pantalone – magari spezzato – di quelli che si indossano normalmente in orario di lavoro. Il dress code cosiddetto ‘cocktail attire’ affonda le sue radici indietro nel tempo: occorre infatti tornare fino agli anni Venti del secolo scorso per trovarne le prime tracce. Fino agli anni Cinquanta, proprio per le particolari caratteristiche dell’happening di riferimento, è stato anche definito ‘abbigliamento da tardo pomeriggio’.

Colori e pattern dell’abito da cocktail

E’ il perfetto intreccio tra una mise spontanea e casual con una tradizionale: deve essere sempre mantenuto un certo equilibrio tra raffinatezza ed estetica formale. In genere il cocktail party è fissato tra le 17 e le 20, quindi per quanto riguarda i colori delle giacche è possibile osare optando anche per pattern più strutturati (righe, quadri e microfantasie). In tutti i casi, per trarsi di impaccio, un completo blu o beige sarà comunque adatto (anche nei toni più chiari). Nel caso in cui la serata dovesse avere un’inflessione piuttosto informale potrete anche valutare di non mettere la cravatta.

Scarpe, pochette e calzini: ogni dettaglio è un’arte

Ricordate che è sempre bene recarsi dal barbiere il giorno che anticipa il cocktail, visto che sono i dettagli a fare il più delle volte la differenza. Questo vale anche per il fazzoletto da taschino, meglio se a contrasto con il resto dell’abito, che potrà aggiungere un delicato tocco personale all’outfit. E la camicia? Bene optare per una di colore bianco e con collo italiano.

Sappiamo bene quanto i dettagli come scarpe e altri accessori possano fare la differenza quando si tratta di presentarsi in maniera impeccabile ed essere ricordati. Per quanto riguarda la calzatura, sarà corretto scegliere una scarpa college con nappine di colore nero e interamente in pelle oppure un modello Derby classico, sempre dello stesso colore.

A completare il tutto ci penseranno infine dei calzini appropriati – sia con ricami o fiori che in tinta unita – per definire ancor più i tratti della propria personalità. A completare anche l’outfit più minimale potrà pure contribuire un delicato foulard.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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