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Richard Avedon, la fotografia come capolavoro (GLAMOURZONE)

Richard Avedon è stato un grande innovatore nel campo della fotografia di moda, ruppe gli schemi classici dell’epoca, che vedevano le modelle in rigide pose, e trasmise sensazioni, naturalezza e idea di movimento tramite i suoi scatti.

Nato a New York nel 1923 da una famiglia ebrea di origine russa, Richard Avedon eredita la passione per la fotografia dal padre che all’età di 9 anni gli regala la sua prima Kodak Brownie.
Lasciati gli studi di filosofia perché ritenuti troppo noiosi, a 19 anni si arruola come fotografo nella Marina Militare, dove ha modo di girare il mondo e realizzare i suoi primi ritratti fotografici.
Finita la seconda guerra mondiale, Avedon torna in America e si iscrive alla New School for Social Research. Qui incontra Alexey Brodovitch, art director di Harper’s Bazaar, che vede in lui un grande talento tanto da volerlo tra il team della rivista.
L’incontro con Brodovitch segna una svolta importante nella vita del giovane Avedon che inizia così a muovere i primi passi all’interno del mondo della moda.

Durante gli anni passati nella redazione di Harper’s Bazaar, all’epoca diretta da Diana Vreeland, Avedon realizza alcuni dei suoi scatti più famosi, che hanno rappresentato una rottura decisiva dai classici schemi in cui si aggiravano i servizi fotografici, contribuendo a rivoluzionare il modo di fare fotografia di moda.
Celebre è lo scatto “Dovima with Elephants, Evening Dress by Dior” del 1955, dove una modella posa in un elegante abito da sera di seta di Dior accanto a degli elefanti.
Erano gli anni ’50 ed Richard Avedon rappresentava l’anticonformismo nel settore della fotografia di moda.

Alle pose rigide, il fotografo preferisce mostrare l’attimo e il movimento, si concentra sul ritratto -cavallo di battaglia del suo stile- per cogliere l’istante che si palesa in ogni volto.
Nei suoi servizi le modelle ridono, scherzano, saltano e si muovono (celebre è il servizio con la modella Veruschka mentre è intenta in una serie di movimenti e salti). Il suo intento è quello di immortalare la realtà e la vita trasmettendo sensazioni emozionali a chi guarda i suoi lavori utilizzando spesso la tecnica del bianco e nero.
Inoltre, ha realizzato le foto che compaiono nel film Cenerentola a Parigi (Funny Face) con Audrey Hepburn e Fred Astaire che interpreta il ruolo di un fotografo di moda (personaggio ispirato alla figura dello stesso Avedon).

Audrey Hepburn per Harper's Bazaar
Twiggy
Servizio per Harper's Bazaar
Richard Avedon e Marylin Monroe
Audrey Hepburn in Funny Face
Audrey Hepburn in Funny Face

Nel 1965 passa da Harper’s Bazaar a Vogue realizzando alcune celebri copertine, mentre nel 1974 espone al MOMA di New York una serie di scatti, definiti sconvolgenti dal pubblico, che testimoniano la lenta morte del padre malato di tumore.
Tra i suoi soggetti preferiti non c’erano solo le modelle, ma anche persone comuni incontrate per caso in un bar o per strada. Tra le muse invece c’erano le dive, come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot, Sophia Loren, ma anche Marella Agnelli, Jackie Kennedy e Diana Vreeland.

Jackie e J.F. Kennedy
Sophia Loren
Marylin Monroe
Liz Tylor
Audrey Hepburn
Jackie K
Sophia Loren
Diana Vreeland
contessa Jacqueline de Ribes
Valentino Garavani immortalato da Avedon per Vogue

Lavorò anche con Gianni Versace, realizzando alcune campagne pubblicitarie con le Supermodel, e per il prestigioso calendario Pirelli. Oltre ad essere stato un grande fotografo, involontariamente ha scoperto modelle come Veruschka, Twiggy e Lauren Hutton che hanno fatto la storia della moda degli anni ’60-’70.
Richard Avedon è morto nel 2004 a causa di un’emorragia celebrale lasciando per sempre il suo segno nel mondo della fotografia e della moda.

Viviana Guglielmino

Versace
Versace
Versace
Twiggy
Twiggy
Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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Marta Bandini

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