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Urban Outfitters e gli abiti che ricordano le divise dei deportati ebrei

Sta facendo il giro del mondo la fotografia scattata all’interno di uno dei negozi di Urban Outfitters che vede la presenza di un tessuto a righe grigie e bianche con un triangolo rosa rovesciato, che ricorderebbe le divise che venivano indossate dagli ebrei nei campi di concentramento nella Germania nazista. Il triangolo rosa rovesciato era inoltre un modo per riconoscere dalle uniformi gli uomini gay deportati all’interno dei lager. Il brand americano è finito subito nel mirino della Anti Defamation League, una nota associazione anti semita che si occupa di contrastare la diffamazione ai danni degli ebrei. La ADL ha infatti rilasciato un comunicato in cui sollecita l’azienda a cessare la vendita di questi abiti.

“Che sia intenzionale o meno, questo motivo a righe con un triangolo rosa è profondamente offensivo e non deve far parte della cultura popolare. Esortiamo Urban Outfitters a rimuovere immediatamente dai suoi negozi online il prodotto, che ricorda l’abbigliamento imposto alle vittime dell’Olocausto” si legge sul loro sito.

Il tessuto di tappezzeria immortalato nello scatto non risulta ancora acquistabile online, ma è stato fotografato all’interno del negozio sotto accusa. Non è però la prima volta che il marchio finisce nel mirino della ADL: nel 2012 è stata sotto attacco per aver venduto una t-shirt gialla con una stella di David blu cucita sopra. Poco tempo fa anche il noto marchio Zara era finito sotto accusa per aver prodotto una maglia per bambini che ricordava le uniformi dei deportati, caratterizzata persino da una stella gialla sul petto.

Una vera e propria trasgressione? Una strategia di marketing o una semplice coincidenza? Certamente si tratta di una serie di passi falsi che non fanno onore al mondo della moda, che non dovrebbe sotto alcuna forma usufruire di questi mezzi sporchi per guadagnare.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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