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7 curiosità su Coco Chanel che l’hanno resa indimenticabile (FOTO)

La moda passa, lo stile resta“: si tratta della citazione più celebre di Miss Chanel, nativa francese, classe 1883.
Iconicamente riconosciuta con un’uniforme nera con colletto bianco, la piccola Gabrielle Chanel, alla morte della madre, finisce in un orfanotrofio assieme alla sorella.
Da questa povertà e semplicità nasce l’idea e la fama della stilista, ricercata e fine ma sempre attuale.
Il suo stile, moderno ed elegante, si è presto consolidato nella storia della moda e ha costruito le basi per un impero all’interno del fashion system ad oggi diretto dal direttore artistico Karl Lagerfeld, attivo sul settore da 31 anni.
Il suo successo raggiunge l’apice tra le due guerre e le clienti più affezionate alla maison Chanel sono state Greta Garbo, Marlene Dietrich e Gloria Swanson.
Unica ed inimitabile, ecco 7 curiosità su Chanel che l’hanno resa indimenticabile.

1. L’iconico tailleur in tweed, da dove nasce l’idea?

Segno distintivo della sua creatività, il tailleur ideato nel 1919 è composto da giacca maschile e gonna diritta o con pantaloni, appartenuti fino a quel momento al mondo maschile.
I colori più comuni erano il blu scuro, il grigio e il beige.
La storia d’amore con il tweed è iniziata nel 1924 quando i londinesi scoprirono le qualità del tessuto con il quale Chanel realizzò il suo primo tailleur nel 1954.
Il tailleur in tweed era composto da tre elementi imprescindibili: una giacca nello stile cardigan con tipica catenella e bottoni dorati cuciti all’interno, una gonna (più corta rispetto al primo tailleur presentato) dritta e semplice e una camicetta coordinata con lo stesso colore del tailleur.
Anticonformismo e rivoluzione, queste le caratteristiche della personalità di Miss Chanel culminate ed espresse attraverso i suoi capi d’abbigliamento.

2. Chanel, la prima a indossare un capo unisex

Di lei nel 1926 la rivista Vogue scriveva: “Coco Chanel ha creato la nuova uniforme della donna moderna“.
Estrosa e stravagante, è stata la prima donna ad indossare un capo unisex che consisteva in un pigiama bianco di seta.
È successo nel 1918, quando la stilista possedeva soltanto trentacinque anni: il suo sguardo era oltre, provocava la moda in una battaglia continua con le tendenze dell’epoca, uscendone però sempre vincitrice.

3. Perché il profumo si chiama Chanel n.5?

Quando chiesero a Marylin Monroe con quale abbigliamento andasse a letto, rispose: “Con due sole gocce di Chanel N.5“.
Questa famosa frase ha reso ancora più celebre il profumo di Chanel, rendendolo il prototipo d’eleganza e femminilità per tutte le epoche a venire.
Il suo nome deriva dalla quinta essenza che Ernest Beaux aveva sottoposto all’attenzione di Chanel, la quale l’aveva scelta dopo averne testate quasi venti.
Questo nome si distingueva bene dai nomi altisonanti e pomposi dei profumi del momento tanto da rimanere impresso nel cuore e nella memoria di ogni donna.

4. Tendenza abbronzatura, da associare a Chanel?

Chanel è stata anche la prima donna a pensare all’abbronzatura come strumento di bellezza, prima di allora il fattore estetico era infatti associato al candore e quindi ad una pelle bianca.
Questa tendenza è nata quindi nel 1923 quando Chanel, in vacanza a Juan-les-Pins, si espose al sole assumendo un incarnato colorato e per la quale venne notata e copiata.

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5. Perché l’appellativo “Coco”?

Gabrielle Chanel è diventata “Coco” grazie a due frivole canzoncine da lei cantate una volta al Caffè Concerto La Rotonde: “Qui qu’a vu Coco“.
Il suo futuro amante Étienne Balsan, che la conobbe quel giorno la chiamò sempre Coco.
Un nomignolo carino e affettuoso che è rimasto nel tempo e fa sentire Chanel vicina e confidenziale, rapporto che, traslato alle sue clienti, l’ha resa un’icona dello stile.

6. Chanel, una spia dei nazisti?

Fonti attestano che Chanel fosse in stretto contatto con il nazismo durante la seconda guerra mondiale. La stilista avrebbe fatto parte dell’Abwehr, il servizio segreto assoldato da Adolf Hitler.
Pare anche che ella, venduto il profumo “Chanel n.5” ad un’azienda ebrea, avesse cercato di confiscarglielo ma il tentativo fallì perché la partecipazione era stata già venduta a un uomo d’affari tedesco.

7. Preferenze di Chanel

Anche Chanel possedeva delle preferenze non riguardanti il mondo della moda: la stilista leggeva “cime tempestose” di Emily Bronte, amava mangiare formaggio e crackers accompagnati da un contorno di fagioli, il suo fiore preferito era la Camelia e i suoi colori preferiti erano il nero, il beige e il bianco.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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