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Anna Wintour: “Nessuno credeva in me” (GLAMOURZONE)

È una delle donne più serie, impenetrabili e potenti del pianeta. L’hanno definita “il diavolo”, ma non uno qualsiasi, lei è un diavolo glamour che veste Prada, ai piedi indossa solo Manolo Blahnik e beve il caffè rigorosamente da Starbucks. Ma sotto la retta chioma bionda, il viso severo e i grandi occhiali scuri Chanel, si nasconde una donna che si è fatta da sola, che -al contrario di chi le stava attorno- ha creduto in se stessa sin dal principio, ha lavorato sodo scavalcando con audacia chi veniva prima di lei. E con determinazione e furbizia ce l’ha fatta. Stiamo parlando di Anna Wintour, la direttrice della rivista di moda più potente e influente a livello mondiale: Vogue.

Anna Wintour nasce a Londra il 3 novembre del 1949. Sua madre, Eleanor Trego Baker, era la figlia di un professore di legge all’Università di Harvard mentre il padre, Charles Vere Witour, era il direttore del quotidiano inglese “Evening Standard”. Fu proprio il padre a spingere, involontariamente, una giovanissima Anna nel mondo dell’editoria di moda. Sin dai primi anni dell’adolescenza, in Anna nacque un profondo interesse nei confronti del mondo della moda: a 14 anni leggeva ogni mese British Vogue, attendeva con ansia che la nonna le mandasse dall’America la rivista Seventeen“era il momento più bello del mese” ha dichiarato la stessa Wintour- e informandosi sulle nuove tendenze scoprì il caschetto retto con frangia, pettinatura che ancora oggi è il suo tratto distintivo. Al contrario della collega Franca Sozzani (direttrice Vogue Italia ndr), la Wintour non era un’alunna modello, e a 16 anni si fece espellere dall’esclusiva North London Collegiate School. Il motivo? Da estimatrice di Mary Quant aveva la mania di accorciarsi le gonne.
Così abbandonati gli studi iniziò a lavorare in diverse boutique, tra cui Harrods, fino a quando, compilando un curriculum, negli obiettivi carriera il padre le suggerì di scrivere “diventare direttrice di Vogue”. Anna scrollò le spalle e compilò il modulo. “Era il destino” spiegò in seguito.

Anna Wintour a 19 anni

Iniziò così a lavorare presso alcune riviste di moda, prima Harper’s Baazar, come junior fashion editor nel 1975, poi nel 1981 nel settimanale New York (storico nemico del New Yorker) come direttrice moda, ma solo nel 1983 entra nella redazione del tanto ambito Vogue America, che ai tempi era gestito da Grace Mirabella, con il ruolo di creative director. Voci affermano che durante il suo colloquio per Vogue, alla domanda della Mirabella su quale posto volesse ottenere all’interno della rivista la Wintour rispose gelidamente con testuali parole: “il suo”. Il sogno della sua vita si realizza solo nel 1988, Anna Wintour diventa la nuova direttrice di Vogue.

Con il suo arrivo la rivista venne notevolmente rinnovata. Anna aveva le idee chiare: attirare il lettore all’acquisto e rendere Vogue non una semplice rivista di moda, ma la rivista di moda. Storica è la sua prima cover del mese di Novembre. La Wintour sostituì i primi piani delle modelle a favore delle foto a busto intero. Scelse Micaela Bercu, una giovanissima modella israeliana, e propose per lei un look casual creato mixando abiti a buon mercato, come i jeans strappati da 50 dollari, e capi di haute couture, come la t-shirt ricamata firmata Christian Lacroix dal valore di 10 mila dollari. Era la fine degli anni 80, l’era delle top model più ambite a livello mondiale, ma Anna per le sue cover story preferì le celebrità di Hollywood, sostituendo così le modelle.

Micaela Bercu, Vogue America Novembre 1988

Nonostante ella abbia provato a metterla da parte, la vita privata di Anna Wintour è stata comunque oggetto di gossip. Ha sposato nel 1984 lo psichiatra infantile David Shaffer, di 13 anni più grande, da cui ha avuto due figli, Charles e Katherine detta “Bee”. Anche durante i mesi della gravidanza la Wintour era solita portare tailleur di Chanel molto corti. Poi arrivò il flirt con Shelby Bryan– un magnate delle comunicazioni, anch’esso sposato ai tempi- e il divorzio della Wintour suscitò non pochi pettegolezzi. I due arrivavano alle sfilate sempre mano nella mano, e chi li vedeva insieme non poteva non notare i loro sguardi complici e pieni d’intesa e i teneri sorrisi. Ebbene sì, Bryan è stato forse l’unico uomo capace di far scappare un tenero sorriso dalle labbra della gelida direttrice.

Anna con la figlia Bee
Bee Shaffer e Anna Wintour
Shelby Bryan e Anna alla casa Bianca
Shelby Bryan e Anna Wintour

Amata e odiata, Anna è stata più volte criticata per le sue manie. La mattina si sveglia alle prime luci dell’alba, gioca a tennis e poi va dal parrucchiere per l’hair style. Arriva per ultima agli eventi e concede la sua presenza per meno di un’ora, alle 22.15 è già a letto. Prima del suo arrivo le sfilate non possono iniziare, odia il nero e le persone in sovrappeso, tant’è che la presentatrice Oprah Winfrey ha dovuto perdere ben 20 chili prima di finire nella copertina di Vogue. L’unica taglia XXL che sopporta è quella del suo fedele braccio destro André Leon Talley, ma solo perché ama il suo stile eccentrico e il suo modo di vestire. “Anna mi ha obbligato a fare dello sport, ed io ho scelto il tennis. Tutto quello che Anna dice va assolutamente fatto” ha dichiarato Talley.
La sua passione per le pellicce, in particolare quelle Fendi e Chanel, è nota a tutti e questo le ha causato non pochi problemi alle uscite dalle sfilate, dove gruppi di animalisti le hanno gettato addosso pomodori, farina e addirittura una torta di tofu. Inoltre, proprio ad Anna dobbiamo il ritorno della moda della pellicce, fu lei che negli anni 90, grazie ad un servizio su Vogue, le rilanciò sul mercato.

Quando le danno della donna glaciale le si limita a sorridere, e alla domanda “qual è la sua debolezza?” le risponde, senza pensarci due volte, “i miei figli”.
Una donna risoluta e ambiziosa, una donna che ancora oggi- nonostante la sua importante posizione- fatica a farsi prendere sul serio dalla sua famiglia “i miei fratelli non capiscono il mio mestiere, lo trovano divertente” ha dichiarato la stessa Wintour. L’unica ad aver creduto nel suo potenziale, senza una laurea ma con tanta voglia di fare, è stata lei stessa, con gli occhi affamati di successo e la determinazione che ogni singolo individuo dovrebbe possedere. Lei è Anna Wintour, una donna che non ha bisogno di essere gentile perché fa solo il suo mestiere, e lo fa bene e con serietà. Lei è Anna Wintour una delle donne più influenti a livello mondiale, capace di rivoluzionare l’intera collezione di uno stilista, a pochi giorni dalla sfilata, se non le piace, o di abbreviare i giorni della fashion week in una determinata città, perché alla fine è solo il suo parere che conta.
Lei è Anna Wintour, una donna che ha cambiato radicalmente l’industria della moda.

Viviana Guglielmino

“Quando le persone dicono cose degradanti sul nostro mondo penso sia perché si sentono in qualche modo esclusi. Non si sentono parte della “gente giusta”, ed è per questo che ci prendono in giro” Anna Wintour

Anna e Karl Lagerfeld
front row
André Leon Talley e Anna
Grace Coddington e Anna
André Leon Talley e Anna Wintour alla sfilata di Chanel
Anna Wintour e Franca Sozzani
Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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Marta Bandini

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