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App contro la contraffazione, come riconoscere una truffa

Si contano numeri vastissimi di utenti che, on-line e nelle boutique, cercano capi di lusso scontati o a basso costo. Spesso e volentieri, però, dietro un’offerta vantaggiosa si cela l’odore della illegalità e per combattere quest’ultima, Mise crea le App contro la contraffazione. Grazie a questa ingegnosa invenzione, scaricabile sul proprio smarthphone, la Direzione Generale Ufficio Marchi e Brevetti, promuove un supporto per l’utenza pubblica che si accinge all’acquisto di un capo o di un accessorio di lusso di cui non riconosce l’effettiva derivazione ed originalità.

Rispondendo a semplici quesiti, le app forniscono in tempo reale una soluzione alla richiesta del soggetto, che può così denunciare, anche tramite i social, l’eventuale illiecità di un oggetto. Lo sviluppo di tale supporto cibernetico consente di avere la “legge a portata di un click” e tale invenzione rientra nel progetto del Ministero dello Sviluppo Economico, “Io Sono Legale”.
Purtroppo, non sempre le forze dell’ordine riescono a trafugare oggetti illegali o a scovare attività illecite di contraffazione, mentre grazie a tali app, anche il singolo cittadino può contribuire a farsi e a fare giustizia.

Per spiegare cosa si intende per contraffazione basta dare una lettura veloce all’art. 473 del Cod. Penale, in cui si spiega che si tratta di un’alterazione impropria dei segni distintivi e\o di marchi, andando così a danneggiare tutte le opere di ingegno tutelate da brevetto o da diritto d’autore. Quindi per semplificare nel mondo della moda, s’intende andare a copiare, per esempio, segni distintivi come il logo delle due “C” incrociate di Chanel o usare il monogram di Louis Vuitton o, ancora, trasmigrare il pattern della fantasia di Dior, il tutto senza consenso delle aziende licenziatarie.

Se analizzassimo, per esempio, il settore degli accessori moda, noteremmo come coloro che fremono all’idea di pagare meno di un quinto un accessorio, per esempio di Louis Vuitton, andrebbero incontro ad una truffa sicura. E per evitare ciò ci si è affidati al web dove circolano articoli specifici sul riconoscimento di eventuali contraffazioni.
Nel caso, per l’appunto, di una borsa del marchio francese Vuitton, l’importante sta nel seguire regole serratissime come:
– fare attenzione al design estetico totale dell’oggetto;
– identificare la realistica forma del simbolo monogram stampato sulla tela;
– badare che la fodera interna sia in tela, poliestere, microfibra o pelle;
– osservare che gli accessori siano in oro o ottone;
– accertarsi che il codice interno sia di due lettere seguite da quattro numeri. Codice che esiste solo dagli anni ’90 (perciò se si acquista un pezzo vintage è più giusto che non ci sia nulla all’interno). E molti altri dettami.

www.altarimini.it

Adesso, invece, tutta questa estenuante ricerca sugli svariati siti internet, di cui poi andrebbe verificata l’affidabilità, viene facilitata dalla creazione di app che saranno le più amate, di sicuro, dalle fashion victim, dal momento in cui saranno immesse sulla piattaforma di Google Play e App Store.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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