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Barbara Bonner, la stilista itinerante (INTERVISTA)

Nata in Italia, la giovane Barbara Bonner decide di viaggiare e sfamare la sua sete di esperienze. Visita Londra, Toronto, Boston e Washington, ma poi il richiamo della sua patria si fa così forte che decide di ritornarci. Inizialmente intraprende gli studi di psicologia e dopo aver vinto un Master in Marketing e Comunicazione della moda a Milano, studia alla Central St Martins di Londra. Barbara è una designer che non crea semplici contenitori di oggetti, ma bagagli di avventure e sogni ricchi di dettagli. Il suo stile è boho-rock e lo si denota in tutte le sue creazioni, ideate a Londra e realizzate in Italia, sia dalle frange che dalla pelle.

Lei è una donna dallo spirito itinerante, cosa cerca in ogni suo viaggio?

Me stessa per prima e poi l’altro, gli altri; nel mio viaggio interiore e non, mi metto sempre in relazione con l’ambiente che mi circonda e le persone che incontro. Senza aprirmi al mondo non potrei sopravvivere.

Cacciatrice di esperienze ed emozioni per eccellenza, una folle performer circense che saltava a cavallo di una motocicletta nel cerchio della morte come nonna e un nonno in cerca di diamanti. Questo patrimonio di esperienze e affettività lo custodisce nel suo cuore o lo fa scivolare nelle sue creazioni?

Dalla nonna materna ho ereditato l’eccentricità e il coraggio, dal nonno paterno il gusto del bello e l’alchimia del lusso. Sono nel cuore ed è con il cuore che creo, quindi direi che l’equazione è molto semplice!

Quando ha deciso di creare un marchio a suo nome?

Lo desideravo da molto prima ma ho deciso di intraprendere questa avventura nel 2009.

In che modo partorisce un’idea e la trasforma in opera d’arte?

L’ispirazione è ovunque, un designer pensa con gli occhi, non smette mai di “lavorare”. Direi che una volta imparato questo, il processo creativo diventa spontaneo e continuo. Grazie per “opera d’arte”, mi hai fatto arrossire.

Lei non ama le etichette, infatti ogni sua borsa ne è esente. Perché questa scelta?

No è vero non le ho mai amate. Adesso che mi ci fai pensare dagli abiti le strappo sempre anche se sono interne. Forse perché odio le definizioni. Una volta che hai definito qualcosa l’hai imbrigliata e forse l’ultima cosa che voglio imbrigliare sono le mie borse che sono l’emblema del movimento. E poi ho sempre pensato che un oggetto moda per essere iconico debba essere riconoscibile senza logo.

Cosa raccontano le sue creazioni e a che tipo di donna si rivolgono?

La mia donna è poliedrica, dolce e sicura, forte e tenera, ironica, affidabile ma imprendibile. Le mie borse raccontano le tante storie delle donne che scelgono di indossarle.

Vorrebbe dare un consiglio alle nostre lettrici, magari mamme come te, che hanno un sogno nel cassetto e hanno paura a realizzarlo?

Nel 2009 ho scoperto che sarei diventata mamma durante lo start up della mia azienda. Sono stata davvero una vera incosciente devo ammetterlo, ma credo di aver semplicemente gettato il cuore oltre l’ostacolo!

Quali sorprese ci riserva per il futuro prossimo Barbara Bonner?

Sto per lanciare la mia prima collezione di abbigliamento, è quello che ho sempre sognato. Del resto le mie borse sono già degli abiti, penso che dovrebbero sfilare, quindi la naturale evoluzione del brand credo che sia il pret a porter: voi cosa ne pensate?

Noi siamo certi del successo che Barbara avrà con la sua prima linea d’abbigliamento. Non vediamo l’ora di veder sfrecciare in passerella donne audaci, grintose e dall’anima ruggente che indossano un bel capo firmato Barbara Bonner. In bocca al lupo.

Credit photo: Barbara Bonner

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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