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Fashion Revolution Day, due anni dalla strage di Rana Plaza

Moltissime aziende di moda occidentali, low cost e non, producono i loro abiti in Bangladesh. Ogni giorno, migliaia e migliaia di sarte, cucitrici e modelliste lavorano ininterrottamente all’interno delle fabbriche per la produzione dei capi di abbigliamento.

Il 24 aprile 2013, 1133 operai del tessile sono rimasti vittime della strage di Rana Plaza a Dhaka (Bangladesh), dove un palazzo di nove piani, costruito su un terreno non edificabile, è crollato causando morti e feriti.
In occasione del secondo anniversario della strage- e dopo il successo dell’anno scorso che ha visto sull’attivo top model, designer, icone della moda e artisti- si è mossa una campagna internazionale, coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora e sostenuta da Altromercato, per far conoscere il vero costo della moda, ma soprattutto per promuovere un’industria più etica e giusta.

La campagna è soprattutto social e sarà possibile aderire scattando una foto con la maglia al contrario, in modo che si veda bene l’etichetta, inserendo l’hashtag #Chihafattoimieivestiti? (#whomademyclothes?). A questa iniziativa hanno già aderito Bernardo Bertolucci, Elio Fiorucci, il musicista Saturnino Celani, l’attrice Domiziana Giordano, l’attore e regista Giampiero Judica, il tenore Noah Steward e il filmmaker Jordan Stone.

In occasione del Fashion Revolution Day 2015, Marina Spadafora, stilista e direttrice creativa di Auteurs du Monde, ha detto: “Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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