Quella di Milena Canonero è una vita passata per i costumi, in un continuo viaggio nel tempo tra la scoperta delle mode passate e il futuro, con la realizzazione di abiti e accessori che rappresenteranno lo status symbol di una determinata pellicola cinematografica.

Per gli appassionati di cinema e costume, Milena Canonero, classe 1946, rappresenta l’Italia ad Hollywood e nel mondo, grazie alla sua quarantennale carriera come costumista all’interno del panorama cinematografico che le ha fatto vincere ben quattro Oscar per i migliori costumi.
Dopo aver compiuto gli studi di storia e arte del costume a Genova, la Canonero si trasferisce a Londra, città enigmatica e dinamica reduce dagli anni della Swinging London.
Qui, nei primi anni ’70, ha modo di incontrare il regista Stanley Kubrick che le affida la realizzazione dei costumi di quello che sarà considerato il suo più grande capolavoro: Arancia Meccanica. L’idea del bastone e della bombetta indossati dal protagonista Alex DeLarge, interpretato dall’attore Malcolm McDowell, è proprio della costumista torinese, e Arancia Meccanica rappresenta per lei il trampolino di lancio verso una sfavillante carriera all’interno dell’industria cinematografica.

Arancia Meccanica

Il sodalizio lavorativo con Kubrick continua anche con il film Barry Lyndon, che le fa vincere nel 1976 il suo primo Oscar. La realizzazione degli abiti di Barry Lyndon non è stata affatto facile. Insieme alla costumista svedese Ulla-Britt Soderlund, la Canonero -insoddisfatta degli abiti in stile settecentesco che trovava nella case di moda- ideò e realizzò tutti i costumi presenti nel film, parrucche comprese.
Successivamente Kubrick la ingaggia per i costumi del film Shining, ma la seconda statuetta arriva nel 1982 con il film Momenti di gloria di Hugh Hudson.
Viene nominata altre cinque volte agli Oscar grazie ai film La mia Africa, Dick Tracy, Tucker – Un uomo e il suo sogno, Titus e L’intrigo della collana.
Nel 2006 si aggiudica il suo terzo Oscar con Marie Antoinette di Sofia Coppola. Per il film, la Canonero si è orientata su abiti dalle colorazioni pastello per identificare la giovinezza e la spensieratezza della futura regina e del suo entourage, mentre colori più vivaci sono stati usati per gli abiti di Louis XV, Madame Du Barry e di quel gruppo di nobili che ormai rappresentava un’era passata destinata al tramonto con la morte del re.

Grand Budapest Hotel
Grand Budapest Hotel

Tra i tanti lavori internazionali della Canonero troviamo anche una pellicola italiana, si tratta de I Viceré di Roberto Faenza, ma anche grandi registi come Francis Ford Coppola, Sydney Pollack e Roman Polański.
Nel 2015 è l’unica italiana ad essere candidata agli Academy Awards e il suo lavoro per Grand Budapest Hotel viene premiato con il quarto Oscar che la consacra, ancora una volta, come una delle più grandi costumiste al mondo.

Viviana Guglielmino