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Monya Grana, le sue borse dall’anima barocca (INTERVISTA)

Monya Grana è una stilista di borse, figlia di imprenditori e siciliana al 100%. Le sue però non sono borse qualsiasi: ciò che le contraddistingue sono i mascheroni barocchi dei balconi e delle facciate dei palazzi nobiliari sparsi in tutta Italia e intramati sulle sue luxury bag. Tessuto jacquard, pelle di vitello, interni in pelle e cotone o raso con trame di seta: la parola d’ordine è qualità.

Per la collezione s/s 2015, la stilista sicula ha introdotto due nuovi modelli, Shopper e My Bag, e riproposto il modello già presente nella collezione della scorsa stagione, Classic.
Il modello My Bag è una borsa a mano, portabile anche a spalla grazie alla tracolla in pelle amovibile, dotata di tasca interna e taschino per cellulare. Per questo modello è stato proposto un nuovo mascherone col nome Hybla, che rimanda alle sue origini ragusane. La Shopper, invece, è una borsa più ampia, con taschini interni e pochette di pelle amovibile con zip e catenina in oro o argento, utilizzabile come clutch. Pratica per il giorno e chic per la soirée. Il modello Classic, già presente nella collezione passata, è dotato di una zip che si allunga da un lato e termina in un sottile ed elegante passante in pelle. Portabile a mano o a spalla grazie alla tracolla in pelle, questo modello si presta molto bene alla vita di tutti i giorni e a tutte le occasioni.

La stilista ha presentato alla stampa la sua linea di borse presso lo showroom di Manuela Caminada a Milano. Ecco cosa ha raccontato in un’intervista a noi di Blog di Moda.

Lei è una siciliana doc, cresciuta coi racconti di suo nonno riguardo a un’epoca passata, ma tuttora gloriosa. È da qui che nasce l’ispirazione?
Sì esatto, nasce da qui. Mio nonno mi narrava di questi mascheroni, che essendo per lo più brutti, da piccola mi facevano un po’ paura, però m’incuriosivano al tempo stesso. Crescendo, mi diceva “devi guardare sempre in alto”; io non capivo che si riferiva a un grado sociale più alto e infatti guardavo col naso all’insù questi mascheroni sui balconi, che mi sono rimasti impressi. Poi in giro per l’Italia, ho ritrovato questi mascheroni che mi hanno riportato alle storie di mio nonno e alle mie origini. Tutto infatti è partito da là.

Come scritto sul sito del brand, “la borsa è lo scrigno contenente tutto l’oro della cultura”. La sua linea s’impegna a unire la moda con l’arte e la cultura. In che modo?
Siccome volevo portare in giro con me questa mia terra con la sua arte e cultura, questi mascheroni erano quello che per me impersonificavano la cultura e l’arte. Sinceramente sfido oggigiorno gli scultori a fare delle sculture così particolari. Sono ancora attuali anche se fatte tanti anni fa. L’arte viene mescolata alla moda grazie a questi lineamenti che ho voluto incorniciare anziché in una cornice in una borsa.

Come dicevamo, lei è siciliana nell’anima e nel cuore, ma ha comunque deciso di lasciare la sua terra per approdare a Torino e Lucca, città a cui s’ispirano due nomi dei mascheroni: Taur e Luk. Possiamo dire che la sua linea di luxury bags trae ispirazione dalla sua amata Sicilia ma anche dalla bellezza di tutta l’Italia?
Sì, esatto. Questi mascheroni li ho ritrovati in altre città ed è da qui che è partito tutto. Ho ritrovato questa cultura e quest’arte che per me appartenevano esclusivamente alla mia Sicilia e invece con sorpresa li ho ritrovati da altre parti. Ho capito quindi che era una cosa che accomunava tutta l’Italia e non solo la Sicilia a me tanto cara.

Ogni mascherone è simbolo di determinati valori. Le sue borse quindi non omaggiano solo la storia, ma anche la personalità di ogni donna?
Sì esatto. Tutto per me ha un significato, anche una banale borsa o un banale accessorio. Per questo ho voluto dare un significato anche a ogni maschera. Tutte le maschere, anche se hanno significati diversi, si riferiscono a una donna barocca che ha il suo stile e lo mantiene nel tempo.

Materiali di prima qualità, ricercatezza, attenzione al dettaglio e artigianalità sono le caratteristiche fondanti della sua linea, in un periodo in cui il Made in Italy sta un po’ svanendo, non crede?
Il Made in Italy sta svanendo anche perché sta subentrando in Made asiatico. Non è più tanto ricercata la qualità, ma il lato economico del prodotto. Questo però sminuisce molto l’Italia. Io sono dell’idea che noi italiani dobbiamo mantenere ben saldo il nostro aspetto del Made in Italy, importante in tutto il mondo. Infatti, come dico sempre, noi abbiamo in Italia qualcosa in più rispetto a quegli stati che ci hanno indotto a commercializzare determinati prodotti. Abbiamo tanta cultura, tanta arte che potremmo esprimere in moltissimi modi oltre alla moda. Dovremmo essere noi una bandiera per gli altri stati e non viceversa. È un rischio oggi come oggi fare una collezione così costosa, ma secondo me non bisogna abbassare la guardia. Bisogna credere nei propri valori e non farsi influenzare dal commerciale.

Come mai ha scelto combinazioni di colori a base scura, come ad esempio il marrone o il nero, anziché puntare su colori pastello prettamente primaverili?
Perché volevo delle basi adattabili un po’ su tutto. Volevo anche una base che facesse risaltare la maschera. Una base molto chiara non l’avrebbe fatta risaltare. Come tessuto, ho preferito farlo più scuro, in modo da giocare coi colori della pelle.

La sua collezione e i suoi modelli mirano a una donna dinamica, che quindi cerca nella moda eleganza, ma anche comodità. È da qui che sono nati i due nuovi modelli, My Bag e Shopper?
My Bag è più per una donna che ama apparire. È la mia preferita, è un gioiellino. Io la vedo per una donna che vuole sentirsi importante. Basta quell’accessorio; in camicia da notte con questa borsa io mi sentirei già importante. Fa risaltare l’eleganza di una donna: una donna può essere elegante non solo dalle cose che porta, ma da come le porta. È questo che rappresenta la My Bag per me. La Shopper invece l’ho creata per chi è più dinamico, anche come me, che è sempre al lavoro o in giro. Ho voluto fare un modello pratico per una donna che lavora, ma allo stesso tempo che fosse adatto per delle uscite più chic. Per questo ho voluto creare una piccola clutch all’interno della borsa, così una donna che è sempre in giro per lavoro ha una seconda opportunità all’interno per essere più elegante e sofisticata.

Sta progettando di creare nuovi modelli per le collezioni future o di restare un brand con poche, ma incredibili borse-opere d’arte?
A me piace fare pochi modelli per dargli più risalto: questo è ciò che contraddistingue il mio brand. Facendo tanti modelli si perde un po’ la bellezza dei modelli stessi. Mi piace concentrare l’attenzione su uno o due modelli.

Qualche consiglio di stile per i nostri lettori?
Sono convinta che ogni donna ha il suo stile interiore. A mio parere, non c’è uno stile da poter consigliare. Una donna può essere elegante e bella, sentendosi elegante e bella, anche in camicia da notte come dicevo prima. Ognuno riesce a creare il suo stile solo credendo di essere bella e di valere qualcosa.

Clutch all'interno del modello Shopper
Shopper
Shopper
My Bag
My Bag
My Bag
Shopper
Shopper
Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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