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Stilisti scomparsi: le morti più drammatiche del fashion system (FOTO)

Non solo lustrini e copertine patinate. Il fashion system ha dovuto anche piangere stilisti che sono andati incontri a morti tragiche. Se ne sono andati troppo presto. Sono scomparsi quando il mondo della moda aveva ancora bisogno di loro, del loro estro, delle loro creazioni, della loro genialità. Del loro anticonformismo, della loro gentilezza, della loro mente. Della loro arte. Viene da chiedersi quali splendidi capolavori avrebbero ancora potuto regalarci, ora che sono diventati mito.

GIANNI VERSACE

Tra le morti più tragiche del fashion system c’è sicuramente quella di Gianni Versace. Lo stilista fu assassinato il 15 luglio 1997, di fronte alla propria abitazione a Miami Beach. L’assassino, un certo Andrew Cunanan, un tossicodipendente, già ricercato per aver assassinato in precedenza altre persone, gli sparò un colpo di pistola alla testa mentre Gianni ritornava a casa dopo aver comprato il giornale del mattino. Quel giorno la moda perse il designer che ebbe il coraggio di liberarla dal conformismo, regalandole creatività e fantasia. Dopo la sua morte, il posto di direttore creativo del brand è passato a Donatella Versace.

CHRISTIAN DIOR

Christian Dior morì per collasso al Grand Hotel & La Pace di Montecatini, dopo una partita di canasta con un gruppo di amici. Il corpo venne scoperto da un medico e dalla sua più intima collaboratrice, Raymendo Zanecker. Era il 24 ottobre 1957 quando se ne andò il genio che aveva rivoluzionato la moda degli anni quaranta, creando il cosiddetto New Look, che rispecchiava un’idea di femminilità completamente nuova e una svolta rispetto agli anni della seconda guerra mondiale: spalle arrotondate, gonna lunga a forma di corolla a venti centimetri dal suolo, vita strettissima ottenuta con un leggero bustino. Quella di Dior era una visione della donna elegante, romantica, signorile, profondamente raffinata. Dopo la sua morte, la maison Dior ha continuato la sua attività con Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano, Raf Simons e, secondo le ultime indiscrezioni, si starebbe preparando ad ufficializzare la scelta di Jonathan Saunders come direttore creativo.

VITTORIO MISSONI

La casa di Moda Missoni perse il suo stilista e amministratore delegato nel 2013. La drammatica scomparsa di Vittorio Missoni, figlio di Ottavio Missoni e Rosita Jelmini, fondatori della maison, avvenne il 4 gennaio 2013: un piccolo aeroplano privato con a bordo Vittorio Missoni, la moglie e alcuni amici, scomparve misteriosamente mentre sorvolava le acque antistanti le coste del Venezuela. Qualche mese dopo, a giugno dello stesso anno, il relitto dell’aereo e i corpi senza vita dei dispersi vennero ritrovati nelle acque dell’arcipelago di Los Roques.

MANUEL MOTA

Ogni donna è una sfida e una soddisfazione. La cosa più bella è vedere il suo sorriso sul volto quando si guarda allo specchio e si vede perfetta”. Questo lo spirito che animava Manuel Mota, il visionario direttore creativo di Pronovias, colosso spagnolo dell’industria dell’abito da sposa. Appassionato di design all’avanguardia, Manuel Mota è scomparso a soli 46 anni l’8 Gennaio 2013 a Sitges, vicino Barcellona, dopo aver diretto per 23 anni Pronovias, dove era entrato a soli vent’anni, mentre stava terminando gli studi di moda. La casa di moda, fondata a Barcellona nel 1964, ricevette nuova linfa creativa da Mota, che diede alle collezioni sposa un particolare tocco di eleganza, allure e sensualità. Ogni collezione creata da lui era in grado di coniugare tradizione e modernità, per far sognare le future spose e farle sentire le donne più belle del mondo nel giorno del sì.

MAURIZIO GUCCI

Il 27 marzo 1995 morì Maurizio Gucci, figlio dell’attore Rodolfo Gucci e nipote di Guccio Gucci, fondatore dell’omonimo brand. Maurizio Gucci fu ucciso con quattro colpi di pistola da un uomo nell’atrio degli uffici della società Vierse, a Milano. Qualche anno dopo la sua ex moglie, Patrizia Reggiani, fu identificata come mandante dell’omicidio. In un’intervista al Giornale nel novembre del 2014 disse: “Non volevo Maurizio morto, l’avevo amato come una pazza, era il padre delle mie figlie. In quel momento della mia esistenza, però, ero convinta che un essere come lui non fosse degno di vivere. Perché? Non lo dirò mai“.

ALEXANDER MCQUEEN

L’innovativo ed eclettico stilista inglese Alexander McQueen fu trovato impiccato all’età di quarant’anni nella sua abitazione londinese. Il provocatorio designer iniziò la sua ascesa all’olimpo del fashion system come direttore creativo di Givenchy, al posto di John Galliano, per poi farsi conoscere nell’alta moda come stilista indipendente, con sfilate trasgressive e scioccanti. McQueen aveva sempre dichiarato di voler suscitare forti reazioni nel pubblico attraverso le sue sfilate. Tra i suoi più celebri defilè, Voss colpì esattamente nel segno. Un’enorme scatola di vetro al centro, un po’ prigione, un po’ clinica psichiatrica. Essendo la stanza illuminata e l’interno della scatola senza luce, le pareti di vetro sembravano specchi di grandi dimensioni, in modo che il pubblico seduto potesse vedere solo se stesso riflesso, provando una profondo disagio. Raffigurazioni di follia e di carcerazione sono stati i principi ispiratori della presentazione, che obbligò i presenti a riflettere sul concetto di bellezza. A sei anni dalla scomparsa, il suo estro e le sue creazioni uniche vengono esaltati attraverso mostre, libri e un biopic dedicati alla sua breve, ma intensa carriera.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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