Presenza fissa nelle prime file dei fashion show con il suo immancabile block notes e il suo ciuffo all’insù, Suzy Menkes è sempre pronta, con sguardo vigile e attento, a tracciare su carta ogni dettaglio della collezione che sta sfilando in passerella, per poi trasportare velocemente al computer, alla fine della sfilata, tutto quel paradisiaco momento vissuto fatto di stoffe, ricami e lunghi mesi di duro lavoro.

Ma chi è questa adorabile signora dallo stile eclettico e colorato venerata da tutto il mondo della moda? Di Suzy Menkes sappiamo ben poco riguardo la sua vita privata, ma conosciamo bene i suoi rapporti con gli stilisti e con gli esponenti più alti e importanti dell’industria della moda. Nata e cresciuta a Rottingdean, un paesino appena fuori Brighton, dopo la laurea in Storia e Letteratura inglese presso l’Università di Cambridge venne notata dall’editore Charles Wintour (padre della celebre Anna, direttrice di Vogue America) che la nominò Fashion Editor del London Evening Standard quando Suzy aveva solo 24 anni.

A Cambridge Suzy respirò l’aria del cambiamento epocale e della Swinging London, che influenzò il suo modo di vedere e di vivere la moda.
Nei suoi cinquant’anni di carriera come giornalista di moda, Suzy Menkes è diventata nota per le sue recensioni oneste e pungenti, spesso trascritte di getto nel corsa in taxi da un fashion show all’altro, che l’hanno resa una delle figure più amate e rispettate durante le fashion week e non solo.
Le sue recensioni sono apparse sulle maggiori testate giornalistiche internazionali, mentre da alcuni anni ha assunto il ruolo di International Vogue Editor, con una sezione a suo nome in ogni edizione online di Vogue, da quella italiana a quella giapponese.
Ma la sua opinione onesta e sincera ha dovuto spesso fare i conti con le polemiche. A tal proposito ricordiamo il pezzo sulla cacciata di John Galliano che divenne uno degli articoli di moda più discussi di sempre. Oppure quando si espose riguardo i nuovi aspiranti “guru” della moda che fanno dell’eccessivo estro il loro pane quotidiano durante le settimane della moda: “avevo scritto per il ‘T Magazine’ un articolo sulla superficialità dei “pavoni” della moda, quelli per cui le sfilate sono diventate una passerella personale, e i blogger l’hanno presa come un attacco a loro. Non so perché, visto che non è così: a me piace osservare come la moda cambia, e loro oggi ne sono parte essenziale. Rifiutare che tutto sia in evoluzione è sciocco, non puoi mettere la testa sotto la sabbia e ignorare ciò che ti accade intorno” ha dichiarato lei stessa in un’intervista.

Ma le parole di una donna come Suzy Merkens, con la sua lunga e stimata carriera e la sua esperienza sul campo, sono solo da prendere come lezioni di vita o meglio come critiche costruttive. E quasi ci stupisce sapere che anche lei, la donna che butta di getto tutte le sue sensazioni e che sembra non trovare ostacoli nel trasportare le sue idee dalla mente al computer, ogni tanto si trova faccia a faccia con l’acerrimo nemico di ogni individuo che fa della scrittura un mestiere: il celebre blocco dello scrittore. Ma a riguardo, la Merkens ha risposto che “l’unico momento in cui non posso essere libera di scrivere è quando non sto dicendo la verità. Quando mi sento costretta in un verso o in un altro. Non mi è mai piaciuto scrivere un articolo negativo su un designer quando è solo all’inizio. Questa situazione rappresenta qualcosa di nuovo, non è mai stato così prima, e quando così giovani designer arrivano a lavorare in queste grandi case di moda allora penso perché far fuori qualcuno se si tratta del suo primo show? Non è giusto. Anche quando so che uno stilista sta attraversando un periodo personale molto difficile preferisco essere più gentile, anche se questo non è spesso così difficile da scrivere. Succede quando uno è incapace di affrontare la realtà delle cose che qualcuno sta cercando di dirgli”.

Viviana Guglielmino