Categories: Stili e Tendenze

Dagli skinhead ai punk, la storia delle Dr. Martens (FOTO)

Dr. Martens è un brand di calzature prodotte originariamente dalla R. Griggs & Co. di Wollaston, in Inghilterra, ma reso immortale dal medico tedesco, Klaus Maertens. Questi in seguito a un incidente a un piede, durante la Seconda guerra mondiale, decise di creare una scarpa ortopedica caratterizzata da una particolare foggia e da una suola ammortizzata da un cuscinetto d’aria. La Dr. Martens da essere un semplice anfibio per soldati e lavoratori, nel corso della storia, è diventato il simbolo che identifica e accomuna tante sottoculture quali punk, ska, new waver, skinhead, grunge, psychobilly, mod e tanti altri. Oggi gli storici stivaletti con le cuciture gialle appartengono al fondo londinese Permina che le ha acquistate al ”modico” prezzo di 355milioni di euro.

Nel pieno degli anni sessanta una subcultura giovanile londinese, i mod (modern jazz), era caratterizzata da un look curato ed innovativo, amante della musica beat, rhythm and blues. I mod si dividevano in varie correnti, tra cui gli hard mod, che iniziarono a vestirsi in modo più comodo, utilizzando jeans e anfibi. Così come Eva venne generata dalla costola di Adamo, gli skinheads nacquero dalla costola dei mods. Sono giovani dalla testa rasata a cui non interessava abbracciare una specifica ideologia politica, amavano la musica e l’abbigliamento. Gli skin resero le Doctors il simbolo della loro sottocultura e le fecero passare per scarpe da lavoratori, borghesi e benestanti. Una passione quasi maniacale per queste scarpe, tant’è che odiavano vederle sporche o ammaccate.

Nei tardi anni sessanta subentrò la cultura punk, inizialmente legata alle Converse All Stars, poi anch’essa adottò le Dr. Martens come scarpa ufficiale. Da lì ci fu il bum tra i giovani: ska, new wave, grunge, fino a divenire il simbolo underground per eccellenza.

Nel 2007 le Dr. Martens furono rilanciate in grande stile sulle passerelle mondiali come accessorio alternativo da stilisti del calibro di Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood, Jimmy Choo e Yohji Yamamoto. Nel 2008 il brand decise di puntare molto sulla creatività e proporre nuovi modelli, senza tradire l’unicità e classicità della scarpa. Nel 2012 ci fu la campagna pubblicitaria #First and Forever per proporre sul mercato una linea di anfibi dallo stile senza tempo. Ambientata nella periferia della East London tra juke box old school, bowling, chiacchierate tra amici, macchine d’epoca e baci appassionati questa campagna vuole puntare sui ricordi e mostrare in una pellicola tutta la storia dello stivaletto.

”L’autenticità del marchio e i milioni di clienti che hanno usato le Docs come simbolo di espressione per oltre mezzo secolo, sono quanto rende Dr Martens unica. Dr Martens è un marchio iconico con una convinta base di fan seguaci. I fondi Permira hanno una vasta esperienza nel supportare i marchi globali, come dimostrato con Hugo Boss e Valentino, e siamo lieti di supportare il team gestionale in questa entusiasmante prossima fase di sviluppo societario” ha dichiarato David Suddens, ceo della Dr Martens. (ndr)

Lo stile ribelle e sportivo di questa scarpa immortale è rimasto, nonostante lo scorrere del tempo e delle mode. Anche la palette di colori è rimasta tale, dal fantastico rosso ciliegia, al verde bottiglia, dal nero corvino al ghiaccio secco e così via. Se prima gli unici a sfoggiarle erano i membri delle sottoculture nate sulle rive del Tamigi, oggi le possiamo ammirare sui piedi di chiunque: dalle icone della moda agli uomini in giacca e cravatta. Una tradizione che non morirà mai.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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