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Le case di moda contro l’umorismo: Chanel e YSL hanno denunciato What About Yves (FOTO)

Una foto di Cara Delevingne con un cappellino dalla scritta “Cuntier” anziché Cartier e l’ironia sui loghi delle più famose case di moda diventa subito virale.
Maglie, felpe o canottiere poco importa del capo di abbigliamento, l’importante è distorcere il nome delle maison più conosciute e creare capi che siano un po’ umoristici.

A fare di questa ironia una vera tendenza è stato What About Yves grazie alla stilista newyorkese Jeanine Heller e si sono scoperti così nuovi marchi come “Bucci” al posto di Gucci o “Hornés” invece di Hermès.

L’umorismo non ha risparmiato neppure Chanel e Yves Saint Laurent. Mentre blogger, attori e modelle ridono e sfoggiano le simpatiche t-shirt, le due case di moda rispondono all’ironia con una citazione in giudizio.
Due anni fa What About Yves accostò la doppia C simbolo di Chanel alla bambola di Ghostbusters ed è scattata subito la querela. Sarebbe potuta essere una vera guerra ma è stata scelta una via pacifica, i direttori delle rispettive aziende hanno trovato un accordo finanziario, i cui termini però sono rimasti segreti.

Dopo la decisione di Hedi Slimane, direttore creativo di Yves Saint Laurant, di ridurre la firma sul marchio a Saint Laurant, Janine Heller ne ha subito approfittato e ha realizzato una collezione che riportava la scritta Ain’t Laurent Without Yves.

Luxury Goods International non coglie la vena di simpatia e risponde all’ironia con la citazione per violazione del marchio, falsa denominazione di origine e di concorrenza sleale.
Come finirà questa volta l’azione legale non si sa, quel che è certo è che quattro risate possono costare davvero care.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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