Il tribalismo è il vero protagonista della nuova capsule collection Louis Vuitton che propone oggetti di pelletteria davvero originali.
Le maschere caratteristiche delle culture africane si trasformano da oggetto di culto ad accessori di moda che chiudono borse e portafogli firmati dalla maison parigina.

Il tema non è affatto nuovo per l’azienda. Infatti, Gaston Vuitton, nipote del fondatore, amava collezionare qualsiasi tipo di oggetto che riguardasse in particolar modo i viaggi. Ecco come compaiono tra le sue raccolte bauli, etichette di hotel e souvenir di antiquari e aste. Tra questi erano presenti anche centinaia di maschere tribali africane con le quali il collezionista allestì una mostra alla Paris Colonial Exhibition nel 1931.

Oggi, Nicolas Ghesquière ha scoperto per caso questi oggetti andando a cercare ispirazioni negli archivi della casa di moda. Ecco come subito gli è venuta l’idea di utilizzarli per la nuova collezione di borse e portafogli a edizione limitata.
Gli items caratteristici della maison come la tela monogramma, la pelle Epi e la chiusura a S dei bauli formano la base sulla quale sono state applicate le maschere africane.

Preziose e colorate di tonalità accese che vanno dal giallo, all’azzurro, al rosa e al rosso, le chiusure sono le vere protagoniste dei modelli della collezione. Come se non bastasse, sono stati arricchiti da manici a catena con inserti di pelle dello stesso colore della patella di chiusura in morbidissima vacchetta o coccodrillo. Inoltre, si tratta di prodotti davvero esclusivi (a giudicare anche dal prezzo che supera i tremila euro), grazie alla loro lavorazione realizzata interamente a mano.

Un percorso mistico tra culture e religioni lontane da noi per conoscere la spiritualità che guida i popoli africani in quel viaggio chiamato vita. Un viaggio che Louis Vuitton ha sempre racchiuso in bauli di diverse dimensioni che vestono le donne di tutto il mondo dal 1854.

Credit photo: www.louisvuitton.com