Categories: Stili e Tendenze

Torna il collo alto direttamente dagli anni ’70

Lo hanno scelto icone di stile come Victoria Beckham, Kate Middleton e Kate Moss, rendendolo già un must have di questo autunno/inverno 2014-15. Gli stilisti lo hanno inserito nelle collezioni invernali, ricevendo consensi e conferme dalle vendite: il collo alto è ufficialmente tornato a dire la sua sulle passerelle.

Simbolo degli assidui frequentatori dei bistrot francesi, poi simbolo degli intellettuali del XIX secolo, poi, ancora, riportato sul grande schermo dalla splendida Diane Keaton negli anni ’70, il collo alto è stato spesso riposto nella volino dell’immenso armadio della moda, per poi essere ripescato a momenti alterni.

Numerosi sono i dubbi circa l’effetto del collo alto sulla figura, primo fra tutti il fatto che accorci il collo. La soluzione è semplice: scegliere un tessuto sottile, che sia lana leggera con fili di seta o cachemire, un colore scuro et voilà. Abbinatelo a un pantalone dal taglio maschile e accessori originali per un effetto intellettuale, o abbinatelo a un’acconciatura raccolta e a un paio di orecchini gioiello per renderlo più sexy e bon ton.

Uno schiaffo morale a chi crede che la sensualità corrisponda a un vestirsi svestendosi. Sensualità è buon gusto, raffinatezza, eleganza. Vestirsi, coprendosi con buon gusto, raffinatezza ed eleganza, come vedete, si può.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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