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Turchia, brand di moda sfruttano i bambini siriani rifugiati

H&M e Next, due dei più importanti brand a basso costo della moda internazionale sono finiti nell’occhio del ciclone in questi giorni, accusati di sfruttare i minori siriani rifugiati in Turchia. Dalla guerra direttamente in fabbrica, a lavorare duramente per pochi soldi. La scoperta sarebbe stata fatta da Business and Human Rights Resource Centre (Bhrrc), un’organizzazione no-profit inglese, che ha denunciato lo sfruttamento attraverso un report, chiedendo a 28 grandi aziende di svolgere dei controlli approfonditi sul personale impiegato nei propri stabilimenti turchi e dei propri fornitori. Tra queste sono state proprio H&M e Next a rivelare la presenza di minori all’interno delle proprie fabbriche, mentre Primark e C&A hanno dichiarato di avere identificato rifugiati siriani adulti tra i lavoratori dei loro fornitori.

“Dossier preoccupanti sottolineano paghe da fame, lavoro minorile e abusi sessuali per i rifugiati siriani che lavorano senza permesso. Esiste un rischio reale che questi abusi accadano negli stabilimenti che lavorano per le catene di abbigliamento in Europa. Circa 250-400mila profughi siriani lavorano illegalmente in Turchia, rendendoli vulnerabili allo sfruttamento”, hanno detto i curatori del rapporto di Bhrrc.

L’indagine è stata ripresa e raccontata dal quotidiano inglese The Independent, che ha sottolineato quanto la Turchia sia uno dei principali poli di produzione di articoli di abbigliamento per le grandi catene internazionali, insieme a quelli di Cina, Cambogia e Bangladesh. È qui che i più importanti brand della moda internazionale producono la propria merce, in fabbriche che mettono i lavoratori in condizioni non sempre idonee alla propria salvaguardia. Non è infatti la prima volta che lo sfruttamento minorile viene identificato e denunciato.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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