In una città come Parigi che è stata tanto ferita dall’odio, Valentino fa sfilare una collezione che è un inno all’amore, cantato e declinato attraverso splendidi abiti che si sono succeduti in uno spettacolo di coerenza ed eleganza.

Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli hanno fatto sfilare l’amore ovvero “la sola forza – dicono prima della sfilata – in grado di sconfiggere ogni controversia e avversità” declinato in tutte le sue sfumature e il suo fascino folcloristico, con una ricca simbologia di base che ha affascinato tutti. Sono infatti numerosi e visibili sugli abiti i richiami a versi poetici o musicali: le parole di Pasolini, di Prévert, di Apollinaire, ma anche quelle della canzone “Avrò cura di te” di Battiato sono diventati i ricami di questi splendidi tessuti. “La canzone dell’amore perduto” di De Andrè ispira i petali appassiti dipinti e ricamati mentre i versi di Dante per Paolo e Francesca sono riprodotti in filo d’oro sull’abito di organza (3500 ore di lavoro). I colori di Chagall, come il rosso, il verde, il blu acceso dominano alcuni degli abiti della collezione, per un omaggio al pittore russo-francese che celebrò i sentimenti con tanto colore e magia.

Ad aprire la sfilata l’Ange noir, un lungo abito di velluto color notte con un bustino a forma di ali. In seguito sfilano le modelle che sembrano provenire da epoche passate, dame rinascimentali con indosso abiti che omaggiano Chagall e la Russia. Il rosso granato della mussola a nido d’ape, il gilet in lino, il montone rifilato d’oro e le nervature preziose sono tutti elementi appartenenti alla tradizione russa, con lavorazioni tipiche dei costumi propri del folklore di questo paese. In effetti gli abiti sembrano provenire da epoche passate, con tessuti che si muovono con altri tempi, con grazia ed eleganza, lasciandosi ammirare in tutta la loro magnificenza.

Con l’utilizzo di elementi appartenenti al folklore russo, gli stilisti toccano un tema delicato per l’alta moda: gli abiti dall’aspetto povero, che non ci si aspetta a un evento del genere, impreziositi però da dettagli minuziosamente lavorati. Sono 500 mila i punti occorsi per fare il merletto di un abito con giacca, in color corda e fiorito di rosso, che si ispira al “Giorno di festa a Lezna” ma che soprattutto è il pizzo più prezioso mai realizzato nella storia della haute couture Valentino. La sfilata si chiude con un ultimo abito, costituito da un corsetto sui cui è ricamata la frase di Virgilio Amor Vincit Omnia, diventato simbolo di questa magica collezione.