Grazie a PETA, già nel 2013 era uscito lo scandalo riguardo la lana d’angora, ma ora la protesta si fa sentire più forte che mai. PETA, come qualche anno fa, denuncia il trattamento riservato ai conigli d’angora, razza famosa per il pelo utilizzato per produrre capi d’abbigliamento pregiati. Pare infatti che gli allevamenti di questi conigli in Cina, a cui viene affidata la produzione dei grandi colossi della moda, non siano proprio a norma di legge. Infatti, teoricamente, si dovrebbe ottenere questo tipo di lana rasando il coniglio, così da procurargli meno dolore possibile. Nonostante già questa pratica sia ritenuta inconcepibile dagli animalisti, una volta scoperto il reale trattamento riservato a questi piccoli animali, PETA dà il via a una campagna di protesta di livello mondiale. I conigli non sarebbero infatti rasati, ma scuoiati vivi e poi lasciati doloranti con la pelle brasata e ferite notevoli nelle loro piccole gabbie.
Il video di PETA che testimoniava queste scene da brivido è stato diffuso già qualche anno fa e ha scaturito enorme scalpore e disgusto in tutto il mondo.
Ed è proprio per questa forte denuncia che, prima H&M, e poi il gruppo Inditex, di cui fanno parte Zara, Bershka, Pull & Bear e Massimo Dutti, hanno deciso di abbandonare la lana d’angora nelle loro collezioni. Scelta presa poi anche da altri colossi fashion come Tommy Hilfiger, Stella McCartney, Calvin Klein e French Connection. Come ha affermato il responsabile di comunicazione di Inditex Raul Estradera, “Per precauzione abbiamo deciso di bloccare nuove richieste e ispezionato le condizioni dei nostro fornitori. Non abbiamo trovato nulla di irregolare, ma per precauzione abbiamo deciso di rinunciare alla lana d’angora”.
Il gruppo Inditex ha inoltre deciso di donare i 23.000 capi d’abbigliamento rimasti in lana d’angora dell’anno passato all’ONG Life for Relief and Development, che li consegnerà ai rifugiati siriani del sud del Libano.