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Men fashion week, lo streetstyle a Parigi (FOTO)

A Parigi è iniziata la “Men Fashion Week” con le relative presentazioni delle collezioni autunno/inverno 2016. Dal 20 al 24 gennaio la ville lumiere diventa la cornice di shooting, defilè, show e aftershow degni del fashion system.
È a Parigi che la Fashion Week mostra il lato più cool del suo streetstyle.

Dopo la 89esima edizione del Pitti Uomo, vero e proprio exploit dello streetstyle maschile, ritorna frenetico tra le strade parigine.
Si alternano così maxi cappotti, accostamenti tonali d’impatto, felpe cropped, jeans ripped, stile easy rock, sneakers bianche, bomberini, contrasti, geometrie, pantaloni over, slip-on in pelliccia, camicie rivisitate, biker jacket.

Uno stile fresco, voluminoso, colorato.
Inserti di rouches direttamente dagli eccentrici seventies, stili optical, giubbini in jeans dai recenti nineties, qualche maglioncino etnico, uno stile ripreso dall’autunno, mix&match di colori freddi: questo è lo streetstyle dell’ it-man parigino alla Fashion Week.
Anche le donne però non si sottraggono agli sguardi attenti delle macchine fotografiche: tra un croissant e un macaron da Ladurée, un selfie sotto la Tour Eiffel e un’occhiata alla vetrina di Yves Saint Laurant, le it-girls parigine indossano uno stile urbano senza precedenti.

Molto utilizzati gli ankle boots, i cuissards, ovvero gli stivali sopra al ginocchio, pantaloni patchwork e gonne in lurex, maglie a righe, skinny jeans, clutch-books.
Immancabili i minidress con le gambe nude, le bare legs, ampie handbags, tanto denim e il colore dell’inverno, il rust.
Divertenti i cappotti e i giubbini con stampe o scritte: mandano un messaggio. Si potrebbe quasi definire la Fashion Week della comunicazione, “se non capite chi sono e che voglio, ve lo dice il mio cappotto“.

Se ne sente spesso parlare eppure nessuno sa bene cos’è. Lo streetstyle non è una moda, ma non va mai fuori moda. E’ la voce di una cultura underground, trasandata e poco curata, che si eleva a cultura pop per diventare merce di consumo di massa, la massa elitaria del fashion system.
I riflettori cadono perciò sulla moda urbana: modelli e fashionisti, editor delle più grandi riviste di moda, e semplici appassionati di stile assunti a portatori e portatrici di nuove tendenze.
Non esiste un dress code nello streetstyle, nessun “do” o “i don’t“.

Nessun modello da seguire. Smettono così i comunicatori di moda di cercare e creare lo stile di un periodo “x”, nessuno impartisce più le regole, ognuno veste come crede. Una sottocultura, quindi, che non si piega ai doveri del fashion, non segue alcuna scia luminosa, fa da sé, un movimento indipendente, uno scambio continuo delle carte. Eppure, tanto fuori dal sistema delle masse, che diventa esso stesso massa: questo è lo streetstyle.
Una definizione di Christian Lacroix delinea perfettamente il motivo di tanta fama dello streetstyle, infatti egli dice: “ è terribile dirlo ma molto spesso i vestiti più eccitanti vengono dalla gente più povera“.

Di questa Men Fashion Week a Parigi gli show più in vista sono stati proprio quelli di Louis Vuitton, Dior, Givenchy e Valentino, ma eclatante è stato proprio l’addio di Yves Saint Laurant: la maison sfilerà con la collezione autunno inverno 2016-2017 firmata da Hedi Slimane a Los Angeles, un duro colpo per la Paris Fashion Week.

Marta Bandini

Sono nata a Roma nel 1987 e da sempre ho una passione per la creatività, espressa liberamente nell'arte e nella moda. Dopo essermi diplomata ad un Istituto d'Arte, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, ho proseguito gli studi universitari intraprendendo il percorso di Storia dell'Arte Contemporanea, concluso nel 2010 con la tesi di Laurea sulla disputa sull'originalità o meno delle “Vere False Teste di Modigliani” e con esso l'affronto da parte dei giovani ai più grandi storici dell'arte dei miei tempi. Cosa rende “artista”, “famoso” o “unico” un quadro, un'opera d'arte, una canzone o un abito? Non esiste nessun riconoscimento se i primi a crederci non siamo noi stessi. E su questa riflessione che iniziò nel 2012 il progetto www.blogdimoda.com. Nato per dare voce a giovani artisti emergenti, piccoli brand che cercano di farsi strada nel difficile mondo della moda, negozianti che cercando di far conoscere i propri prodotti nel network del web.

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