Gli animali fanno parte degli annunci di moda da decenni. Molto spesso quando si sfoglia una rivista è possibile infatti trovare nelle pagine di moda animali e modelle immortalati insieme, cuccioli di leone come quelli che accompagnano Julianne Moore nella copertina di Bulgari, oppure il gufo che posa insieme a Cara Delevingne in un annuncio per Mulberry o ancora il celebre gatto che compare nelle pubblicità firmate da Cartier. Un’abitudine che trova le sue radici già nell’800 e che oggi torna a far discutere.

Ma perché gli animali vengono fotografati o disegnati per le pagine di moda?
A rispondere è Joshua Katcher, l’autore del libro Fashion and Animals e professore di moda alla Parsons School of Design di New York, il quale ha affermato che gli uomini saranno sempre affascinati dagli animali, proprio come lo sono dalle cose occulte oppure dal sesso. “Quando si mettono gli animali nei media della moda viene attivata la parte primitiva del cervello di chiunque”, ma Katcher non approva la “collaborazione” con gli animali.

Debra Merskin è un professore di giornalismo e comunicazione presso la University of Oregon, il quale afferma che “gli animali sono profondamente radicati nella nostra mitologia comune. Aziende automobilistiche usano i cavalli nei propri annunci per equiparare le cose forti con cavalli di potenza. I lupi sono utilizzati in annunci di Volvo per rappresentare invece un pericolo”. Vi è quindi una simbologia dietro l’utilizzo di determinati animali, in diretta relazione al brand e alle caratteristiche del prodotto che questo promuove.

Adesso c’è da porsi una seconda domanda: è giusto inserire gli animali nelle pubblicità da moda? A rispondere a questo quesito è Stephen Ross, il direttore del Lester Fisher, Centro per lo Studio della Conservazione delle scimmie al Lincoln Park Zoo di Chicago, i cui studi hanno rivelato che nel momento in cui un animale accompagna un essere umano in una qualunque pubblicità gli spettatori non si preoccupano che questo sia in via d’estinzione.
“Se il lettore vede l’animale con un modello, sarebbero più propensi a pensare che non è in pericolo” afferma Ross.

Tutto ciò non è accettabile, in quanto come dice Katcher “la scienza dimostra che gli animali hanno prospettive valide, una voglia di vivere e una propria percezione. Il nostro dovere è quello di riconoscere che negli annunci di moda, gli animali diventano simboli. Perdono la loro individualità, gli interessi o l’intelligenza. Sono semplicemente bidimensionali”. Inoltre gli animali in cattività che compaiono spesso sulle riviste o nelle pubblicità nella maggior parte dei casi non vengono trattati bene, la loro dimora è una piccola e cupa gabbia, il cibo non sempre basta e vengono loro somministrati molti sedativi.