Decisione storica per il gruppo Armani che nella giornata di ieri, martedì 22 marzo, ha annunciato di evitare -d’ora in poi- l’uso di pellicce animali all’interno delle proprie collezioni.

Ad annunciare ciò è stato lo stesso Giorgio Armani che, in accordo con la Fur Free Alliance, ha dichiarato che dalla prossima collezione autunno-inverno 2016/2017 i suoi capi, sia per la linea Prêt-à-porter che per l’haute couture, saranno privi di pelliccia di origine animale in quanto “il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali”. Lo stilista ha poi continuato dicendo che “proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo, la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale”.

Il mondo della moda è stato spesso preso di mira dagli animalisti per l’uso di prodotti di origine animale, ed è proprio durante le fashion week che gruppi di animalisti si organizzano in blitz e proteste dal forte impatto emotivo per sensibilizzare l’opinione pubblica. L’ultima protesta è avvenuta in piazza del Duomo a Milano, dove donne dell’associazione Peta hanno posato seminude, coperte solo da maschere antigas e collant, tenendo per mano un cartello di avvertimento con su scritto “la pelliccia è tossica”.

“Gli estimatori dello stile Armani saranno entusiasti: è una scelta di vero stile per il re della moda, amato e apprezzato in tutto il mondo. Un segnale inequivocabile per il settore, da tempo sollecitato a convertirsi verso una produzione non cruenta” ha commentato Simone Pavesi, responsabile di Lav Moda Animal Free.
Una decisione che fa onore alla maison milanese, fondata da Giorgio Armani nel 1975, che si unisce ad altre grandi case di moda, quali Hugo Boss, Stella McCartney, Tommy Hilfiger e Calvin Klein e ai colossi Zara, H&M, Bershka, American Apparel e Asos, che da anni hanno abbandonato pelli e pellicce di origine animale a favore di alternative più eco-sostenibili.