Mentre per gli altri stilisti prendere ispirazione da un certo tipo di contesto significa andare incontro a un processo di rielaborazione dello stesso, per Jeremy Scott non è mai così. Il direttore creativo di Moschino non solo attinge a piene mani dagli ambienti più disparati, ma unisce in maniera libera due mondi contrapposti per ricavare collezioni sorprendenti, colorate, difficili da dimenticare. Così è stato anche per la collezione primavera/estate 2016 presentata ieri a Milano. Qui la moda ha incontrato la metropoli, la strada e il cantiere, prendendone in tutto e per tutto le caratteristiche.

I gilet catarifrangenti si sono trasformati in tailleur bouclé, i coni anti-traffico e i cartelli stradali in borse e cappelli, i nastri protettivi in stivali e le reti metalliche sono state riprodotte sullo chiffon in glitter. Gli accessori seguono in tutto e per tutto il tema dei lavori in corso, con orecchini che sembrano piccoli cacciaviti e utensili da lavoro e collane formate da pendenti con mini cartelli stradali. Anche le cinture, in vita, sono caratterizzate da piccoli attrezzi attaccati come pinze, seghe e cacciaviti. Il taglio degli abiti si ispira però alla sartoria degli anni ’50, con gonne vaporose a pieghe ampie a fondo largo, vite strizzate, soprabiti e tailleur, ma anche camicie dotate di grandi fiocchi che regalano un tocco di femminilità a questa collezione dallo stile strong. Non mancano nemmeno i tubini a fiori con gonna al ginocchio e le scollature a barchetta anni ’60. I colori sono vitaminici, con l’uso del giallo accesso e l’arancione papaya, il verde, ma anche il nero e l’argento. Le decorazioni sono inoltre molto didascaliche con frasi e disegni evidenziate dalle nuances pop: “Caution” o “Slippery when wet” sono alcune delle espressioni riportate sugli abiti della collezione.

Per il finale la passerella si è trasformata in un autolavaggio, con abiti decorati da spazzoloni trasformati in fourreau e dalle frange lunghissime, ma anche abiti-automobili di duchesse in colori sorbetto, con orli di metallo cromato e fanalini di coda che sbucano dalle gonne. Una metropoli in continuo movimento, in cui le modelle workers rappresentano le donne di oggi, in corsa sui tacchi tra le strade affollate con passo deciso, ma anche le metropoli sempre più dissestate. Una collezione che porta dunque l’attualità in passerella in maniera ironica e divertente, in pieno stile Jeremy Scott.