«Famiglia, amore, bellezza e moda». Nell’autobiografia edita da Marsilio Editori “La donna che volevo essere”, presentata in Italia, di Diane von Furstenberg, colei che decide i calendari delle sfilate a New York, c’è davvero tutto. La stilista belga, inventrice nel 1997 dell’iconico e pratico wrap- dress, il famosissimo vestito in jersey indossato anche da Michelle Obama, racconta tutto quello che c’è da sapere di una donna, di quelle con la D maiuscola. Diane von Furstenberg si racconta in un libro che ha impegnato quattro lunghi anni della sua vita, tra amori, successo e difficoltà. Ma nel raccontarsi si rivolge a tutto il genere femminile. Ed è giusto che sia proprio lei a farlo.

Lei che è la presidentessa dell’associazione americana che equivale alla Camera della Moda Italiana, ma anche lei che si batte per i diritti delle donne del mondo e contro la schiavitù. Senza mai dimenticare la forza di una donna che non dovrebbe mai essere prigioniera, ma libera e ottimista, come lei stessa ha affermato. Ed è proprio il coraggio e l’amore della madre che Diane von Furstenberg ricorda all’inizio del suo libro autobiografico: «La mia forza viene da mia madre, che dopo essere sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti pesava 22 chili, e i medici le dicevano che non avrebbe mai potuto avere figli. Invece ebbe me e per tutta la vita mi ripeté: Dio mi ha salvato la vita perché potessi darla a te. Sei la mia bandiera di libertà».

La sua lunga carriera inizia dopo il divorzio con il principe Egon von Fürstenberg, sposato nel 1969 all’età di 24 anni. Diane von Fürstenberg nel 1970 investì 30mila dollari disegnando una linea di abbigliamento femminile, che diventa immediatamente popolare per le caratteristiche fantasie stampate sugli abiti. Una carriera ricca di successi e a testimonianza della sua importanza nel mondo della moda, alcune sue collezioni sono state esposte al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art.