Il 2022 si distingue ancora una volta come anno di rinascita e cambiamento di direzione per quanto riguarda la moda. Oltre alla strada per l’abbandono dei gender, del sistema obsoleto delle taglie e lo sfondamento dei limiti tra brand quest’anno si distingue anche per una rivoluzione che sta avvenendo per quanto riguarda i materiali.

Da moltissimi anni infatti è in corso la protesta degli animalisti nei confronti dell’uso delle pellicce e della pelle nel mondo della moda, accentuata in particolare negli ultimi due anni a causa e per merito della aumentata sensibilità nei confronti della biodivesrità e la situazione ambientale in genere.

Si sono cercate diverse alternative econostenibili ai materiali di derivazione animale negli ultimi anni da parte di diverse maison di moda. La sostenibilità è la parola del 2022 e l’abbiamo visto anche sulle passerelle dell’anno scorso e di quest’anno, con l’apparizione di molte soluzioni cruelty free. Tendenza molto apprezzata anche nel pubblico. Uno studio recente afferma che quasi la meà degli americani e degli inglesi pensano che i materiali di derivazione animale come pelle e pellicce si possano ormai dichiarare obsolete e ritengono che si possano dichiarare inappropriate per quanto riguarda il loro utilizzo nell’industria della moda. Inversamente proporzionale è invece la richiesta di alternative naturali da parte dei consumatori che sembra stia scalando piano piano le tendenze di quest’anno.

fonte: instagram/ pinatex

I marchi che più stanno cavalcando quest’onda di ecosostenibilità sono diversi e i materiali che utilizzano sono ricercati e particolari ma sono completamente naturali e biodegradabili. Vediamoli insieme:

Piñatex

Piñatex  è stato fondato nel 2013 ed è un progetto sostenibile che sfutta le foglie dell’ananas per produrre un materiale che è in tutto e per tutto uguale alla pelle animale. Pur non essendo biodegradabile è solidale e sostenibile perchè le foglie sono materiali di scarto che vengono soltamente smatiti. Per produrla non servono pesticidi, fertilizzanti o sostanze chimiche per la lavorazione. La sua origine deriva da una antica lavorazione delle Filippine e la fondatrice di Ananas Hanam Carmen Hijosa l’ha riscoperta per caso durante un viaggio. Nonostante la sua giovane età ha gia ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua vaidità all’interno del mondo sostenibile, vincendo anche l’Award for Material Innovation from the Arts Foundation UK nel 2016. Nel 2015 ha ottenuto il riconoscimento Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) “Vegan Fashion Label” e ricevuto il loro Innovation Award.

Palm Leather

Anche questo è un materiale che ha origine nelle Filippine, derivato di una palma autoctona chiamata la palma di Betel. Della pianta si utilizzano le foglie, immergendole per alcuni giorni in un composto ammorbidente biologico, ne risulta un materiale morbido e facilmente malleabile (che piace molto anche al design d’interni). L’apporto di acqua per la produzione di questo materiale in confronto al Pinatex è bassissima, infatti per produrne 2 metri quadri sono richiesti sono 20 litri di acqua. Il brevetto e lo sviluppo sono attribuiti allo studio Tjeerd Veenhoven nel 2011.

fonte: instagram/ tomtex.com

Tômtex

Uno dei materiali più corteggiati dal mondo della moda, il Tomex è una perfetta sostituzione sostenilile alla pelle e richiede il solo utilizzo dei fondi di caffè. La sua particolarità risiede nel fatto che non solo è uguale alla pelle animale, ma grazie alla sua composizione, permette di riprodurre anche la tipica texture animalier! I fondi di caffè vengono raccolti ed uniti attraverso un processo a un biopolimero chiamato chitinia. La chitinia è uno dei maggiori componenti del materiale di cui sono fatti i gusci di molti animali, come i crostacei. Ed è proprio grazie a loro che si ha molto di questo materiale a disposizione. Sfruttando l’immensità di gusi di crostacei scartati dall’industria alimentare, nasce il Tomex. Nonostante non sia del tutto vegana, rimane una scleta sostenibile che contribuisce a modo suo nella riduzione dell’impatto ambientale.

Mylo

Un materiale che deriva direttamente dal micelio che è un intreccio vegetale di filamenti che vanno a costituire l’apparato vegetativo dei funghi. Un’idea pazzesca e innovativa, che utilizza pochissima acqua se paragonata alla produzione di pelle animale. E’ resistente e longevo e molti brand hanno offerto una collaborazione con questo brand per le loro collezioni del 2023. Una di questi è Stella McCartney che al micene ha dedicato il suo accessorio di punta della collezione primavera estate 2022. La nuova borsa Frayme Mylo è stata presentata con grande stupore e successo alla settimana della moda di Parigi ed è acquistabile in edizione limitata a solo 100 pezzi.

 

C’è da dire che non si tratta di materiali abbordabili per i comuni mortali, poichè si parla dempre di lusso e alta moda, i prezzi non si adattano a tutte le tasche. Rimane comunque viva la speranza, portata da questo 2022, che per l’anno prossimo i materiali di derivazioni animale vengano del tutto soppiantati e sostituiti da materiali ecosostenibili e cruelty free, molto più in linea con le tendenze del nuovo anno.

 

 

fonte: instagram/ studiotjeerdveenhooven