Mercoledì 27 maggio il Cost Lounge Bar di Milano ha ospitato la sfilata di Fiorella Ciaboco, sarta marchigiana che ha fatto del suo lavoro la sua passione. Un evento interamente dedicato al Made in Italy e alla sua preservazione, in un mondo che ormai si è abbonato al Made in China.

La serata, organizzata e promossa in collaborazione con il Lions Club Milano Madonnina, non aveva solo la moda come tema fondante: il ricavato dell’evento infatti sarà devoluto a favore dei terremotati del Nepal e ai bambini colpiti da questa disgrazia.
Ospite della serata, nonché cantante, è stata Gisella Cozzo, frutto del gemellaggio Milano-Melbourne: musica dal vivo come accompagnamento alla catwalk, ovviamente vestita Fiorella Ciaboco.

Entusiasmante, familiare e sartoriale: tre aggettivi che descrivono alla perfezione questa sfilata che ha messo in primo piano il talento di Fiorella e l’amore per il proprio paese. Solamente tessuti pregiati per i propri abiti, frutto delle migliori lavorazioni: seta comasca e pelle marchigiana, la crème de la crème del Made in Italy.

Tre modelle e un modello che si sono passati il testimone su questa passerella in difesa dell’Italia e dei propri prodotti: artigiani della moda responsabile che ormai sta scivolando sempre più nel commerciale e nella non-etica. Cappotti foderati in seta con stampe geometriche ispirate agli anni Cinquanta, colori forti ma ben equilibrati, accessori padroni del look e long dress da gran soirée: questi sono gli ingredienti principali dello stile Fiorella Ciaboco che mira a fare della qualità il criterio primario del proprio lavoro.

La stola, in particolare modo, ha avuto un ruolo centrale durante il fashion show: in suède, traforata, con frange o colorata, completa il look donando movimento all’abito stesso.

Una sfilata che non solo aveva l’obiettivo di mostrare i capolavori sartoriali di Fiorella, ma che puntava anche a divertire: modelli che coinvolgevano il pubblico, ballando con gli ospiti e tra di loro, creando un’atmosfera unica e divertente, come fossero un’unica famiglia; perché sì, la difesa del Made in Italy unisce ed è una battaglia che è combattuta insieme, dal sarto di provincia alla modella di fama internazionale.

Una runway unica che ha fatto trasparire l’amore per il nostro paese e il talento di una sarta marchigiana che ha messo in gioco tutta la sua vita, consacrandola a questa battaglia in difesa del Made in Italy: qualità, sartorialità e bellezza unite in abiti-capolavori.