Dal 18 aprile all’8 novembre il MAGA di Gallarate ospita la mostra dedicata alla famiglia Missoni dal nome Missoni, l’arte, il colore. Un viaggio alla scoperta del genio di Ottavio Missoni e dell’intraprendenza della coniuge Rosita Jelmini attraverso opere d’arte, installazioni, tessuti e, ovviamente, abiti.

La mostra comincia con Casa di Moda di Ali Kazma, una sala proiezioni in cui vengono trasmesse immagini delle origini di Missoni, della lavorazione del tessuto e della forma data al capo stesso.
A seguire, la sala intitolata Radici, in cui sono esposte le opere di diversi visionari europei che hanno fatto la storia dell’arte: dall’astrattismo lirico di Sonia Delaunay, imprenscindibile insieme a Kandinsky e Klee, al Futurismo di Balla e Severini, fino ad arrivare a tutte quelle correnti che hanno rivoluzionato il modo di pensare al colore e alla forma. Ed è proprio quest’avanguardia artistica che ha ispirato Ottavio Missoni, dando origine alla sua ricerca nel campo delle arti visive e della moda.

Al piano di sopra, invece, si arriva all’ammirazione del colore e del tessuto utilizzato da Ottavio: tubi di rete scenografici illuminati da giochi di colore e l’esposizione dei tessuti e dei colori prediletti dallo stilista.
Nella sala adiacente si passa invece alla contemplazione delle creazioni sartoriali di Missoni. Due pedane speculari piene di manichini con indosso i cento abiti storici della maison: un continuum di colore e ispirazione, fra forma e arte. Dai mini dress, ai cappotti, fino ad arrivare a un’intera parete dedicata ai caldi maglioni invernali firmati Missoni: le stampe e i tessuti sono una costante nella visione dello stilista, che ha cercato di valorizzare la figura femminile esaltando i colori della vita. Il visitatore si trova immerso nella ricerca delle nuance, ammirando da vicino la qualità del filato e del tessuto a maglia, caratteristica preponderante nelle sue creazioni.

Proseguendo, si arriva a un’altra sala, intitolata I dialoghi, in cui sono esposte ulteriori opere d’arte affiancate ai bozzetti di Ottavio Missoni sulla ricerca del colore e delle trame: due mondi estremamente vicini, che si sono influenzati a vicenda, contribuendo a una nuova ricerca cromatica e segnica.

L’ultima sala della mostra è un vero e proprio tripudio di colore e stile. Si tratta de La sala degli arazzi, in cui sono appesi degli enormi arazzi in patchwork di tessuto realizzati da Ottavio Missoni. Il mood è quello hippie degli anni Settanta, una sala rilassante piena di puff, tappeti e arazzi, in cui è possibile vedere su alcuni schermi dei video riguardanti la storia della famiglia Missoni.

I curatori della mostra, Luciano Caramel ed Emma Zanella, hanno voluto sottolineare come gli accostamenti di colori e forme e la ricerca costante del colore abbiano fatto sfociare le creazioni dello scomparso Ottavio Missoni nel mondo dell’arte, non limitandosi più a un lavoro inerente solo al mondo della moda. Una mostra, quindi, che mette in luce l’aspetto artistico intrinseco della moda, quella realizzata con coscienza, ma soprattutto con ricerca del nuovo.