Il Tailleur, da alcune considerato un capo d’abbigliamento rigido e noioso, è in realtà uno dei simboli dell’emancipazione femminile.
Le sue origini sono molto antiche, il primo fu confezionato nel 1885 per la principessa del Galles, ma il successo di questo capo di vestiario arrivò negli anni Venti con Coco Chanel che realizzò il famoso tailleur in tweed composto da giacca e gonna ad altezza ginocchio, un pezzo molto femminile che rispondeva alle esigenze delle donne della nuova società borghese dell’epoca.

Negli anni Sessanta, invece, Yves Saint Laurent cambiò il modo di fare moda e si dedicò alle donne forti e di successo, che fanno uso del loro modo di vestire per mettere in mostra la loro personalità, ideando uno stile androgino per tutte quelle che desideravano uscire fuori dagli schemi. Trasformò così il tailleur pantalone realizzando il primo smoking da donna.

Dopo un decennio di calo della popolarità, durante il fenomeno del Made in Italy degli anni Ottanta il tailleur riprese vita con Giorgio Armani, che si dedicò allo stile delle donne in carriera che -tra lavoro e famiglia- desiderano essere sempre al top, riportandolo in passerella nel modello pantalone con giacca destrutturata, comodo ed elegante allo stesso tempo. Tuttora il tailleur pantalone è l’elemento chiave dello stile di Armani.

Dalle passerelle alla presidenza: anche la first lady Hillary Clinton ha fatto del tailleur la firma del suo stile, e alle porte della nuova campagna elettorale per la presidenza del 2016 non rinuncia al classico completo giacca e pantalone. Il tailleur diventa così l’etichetta per mostrare il suo carattere forte e la sua determinazione, un perfetto capo di abbigliamento per le donne di successo che come lei che non vogliono apparire né troppo severe e né troppo androgine.