I sogni, almeno quelli, non si pagano. E il sogno per eccellenza di ogni futura sposa è l’abito bianco. Quello immaginato fin da bambine, quello immortalato sulla pagina di una rivista, subito strappata e conservata gelosamente per anni, quello adocchiato dietro i vetri di un negozio, davanti al quale siamo ripassate altre mille volte ancora, perché era proprio lui quello che avremmo voluto. Ora, grazie a Spose di Pace, il prezzo dell’abito da sposa non sarà più un ostacolo al coronamento del sogno d’amore. La bellissima iniziativa dell’assessorato al Welfare consente di indossare l’abito bianco anche alle future spose meno abbienti, o a quelle che decidono di realizzare un matrimonio etico, all’insegna del riciclo e discapito dello spreco.

Pizzo, tulle, seta e raso invadono la stanza del Centro Famiglie del quartiere Japigia di Bari, insieme ai sorrisi di ogni donna che varca quella soglia con la consapevolezza che l’abito da sposa è lì ad aspettarla. Sono 120 in tutto gli abiti messi gratuitamente a disposizione. Cosa è richiesto in cambio? Lo scintillio degli occhi, l’emozione, la gioia (e il lavaggio dell’abito dopo l’utilizzo).

Abiti da sposa, ma non solo. Anche vestiti da cerimonia e da comunione sono stati donati in questi anni da privati, parrocchie e associazioni. Ma non è tutto: le future spose potranno fare perfezionare il modello scelto dalle sarte che collaborano con il Centro e completare il loro look per il giorno del sì con guanti, scarpe e altri accessori messi a disposizione di alcune attività commerciali.

Il progetto è nato nel 2012. Una donna decise di donare l’abito da sposa della figlia scomparsa, affinché potesse portare ad altre donne la stessa felicità. Un gesto che ha inconsapevolmente generato una catena infinita d’amore e generosità, che commuove e fa riflettere.