Il sesso non fa più così tanto budget. A dirlo sono le cifre sull’andamento di Abercrombie and Fitch: nell’ultimo anno, infatti, il brand ha subito un crollo del 14% nelle vendite e del 39% nelle azioni. Si sa, la crisi si sta facendo sentire per tutti, dai piccoli artigiani agli imprenditori, ma ci saremmo mai aspettati che a cadere nel baratro fosse proprio il marchio tanto idolatrato dalle ragazzine?

Dodicenni in coda di fronte ai negozi di tutto il mondo, disposte ad aspettare ore e ore per farsi fotografare con il belloccio (finto) all’ingresso, neanche fosse Johnny Depp (diciamocelo chiaramente), per poi gironzolare con la bava alla bocca per lo store ammirando quei commessi dal corpo perfetto. Perché sì, da Abercrombie and Fitch i venditori sono mezzi nudi, in costume e infradito che ballano annebbiati dai chili di profumo diffusi nell’aria.

Un’immagine ben chiara e precisa quella trasmessa dal brand californiano che sin dagli esordi ha optato per una comunicazione a sfondo sessuale, con campagne pubblicitarie osé che lasciano ben poco all’immaginazione. Ma per capire fino in fondo la loro (ex)politica, basta ricordarsi di quella celebre affermazione proferita dall’ex amministratore delegato del gruppo Mike Jeffries: “Noi ci occupiamo dei ragazzi fighi, quei ragazzi attraenti che hanno un certo tipo di atteggiamento e un sacco di amici. Molte persone, semplicemente, non entrano nei nostri vestiti e non ci entreranno mai”.

Ma le persone cambiano e con loro anche le aziende, che da un momento all’altro decidono di fare inversione di marcia e aprire il loro mercato a quei ragazzi giudicati “non fighi”, perché semplicemente un po’ curvy e di buona forchetta. Nel comunicato rilasciato il 27 aprile, però, si mettono già le mani avanti: per vedere questo cambiamento di filosofia nelle vendite ci vorranno un po’ di mesi.

Quindi signorine, sventolate i vostri fazzolettini bianchi: l’era del petto nudo che gira libero per un negozio è bella che finita. Si spera.